Reinfezione Covid, il rischio di forme gravi è minimo

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Il rischio di reinfezione con una forma severa o letale di Covid resta estremamente basso, anche dopo poco più di un anno. Lo conferma la ricerca coordinata da Lamberto Manzoli, professore al Dipartimento di Scienze mediche e chirurgiche dell’Alma Mater: l’indagine ha seguito i casi di oltre centomila pazienti, per indagare così il tasso di malattia secondaria ad oltre un anno di distanza dalla prima guarigione. E i risultati appaiono confortanti: non solo una percentuale inferiore all’1% ha avuto una seconda infezione, ma soprattutto meno di uno su diecimila è stato affetto da una forma grave. Lo studio ha, inoltre, evidenziato come il vaccino continui a mostrarsi quale uno degli strumenti più efficaci per contrastare la pandemia: i vaccinati, infatti, rischiano di infettarsi il 70% in meno rispetto a chi non ha alcuna dose. "La protezione che deriva dall’immunità naturale resiste anche più di dodici mesi. E in ogni caso il calo di anticorpi non significa un conseguente calo di immunità - sottolinea Manzoli -. Prima di omicron le seconde infezioni giravano intorno all’1%, ma dopo l’arrivo di questa variante sono salite al 3%, in quanto si è rivelata essere estremamente contagiosa anche per chi è già guarito, seppur i casi di malattia grave rimangano comunque vicini allo zero". E aggiunge: "Il covid sembra ora comportarsi come tutti gli altri virus". Lo studio è stato pubblicato recentemente sulla rivista Frontiers in Public Health con il titolo “Risk of Sars-CoV-2“, a cui hanno partecipato numerosi professori da tutta Italia.

g.d.c.

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