San Giuseppe e il sacrificio di Marco Biagi

Monsignor Ernesto

Vecchi*

Venerdì scorso è stato ricordato il 19° anniversario della morte di Marco Biagi, ucciso brutalmente dalle Nuove Brigate Rosse. Credevano

di compiere un gesto profetico – disse il cardinale Biffi nell’omelia esequiale – ma non fecero altro che ripetere il vecchio gesto nefasto di Caino. Altrettanto si può dire della frase: "Dovevano sparargli prima…", apparsa sul web il 10 marzo 2021. Siamo di fronte ad una ferocia ottusa e ideologicamente ritardata – disse ancora il cardinale –

che non impedirà al sacrificio di Marco di portare i suoi frutti. Il traguardo che egli si prefiggeva, di costruire una società più equa e più

aperta, rimane un obiettivo primario. La via da lui tracciata per una maggiore flessibilità nel lavoro, con l’intento di ridurne i costi e aumentare l’occupazione, conserva tutto il suo valore, specialmente in

tempo di crisi. Marco Biagi è stato assassinato il 19 marzo 2002, solennità di San

Giuseppe, sposo della B.V. Maria. Tale circostanza ci stimola ad inquadrare questo tragico evento nell’ottica giuseppina del documento

Patris corde di Papa Francesco. Le fonti bibliche indicano in San Giuseppe – uomo ’giusto e fedele’ – il solerte custode di Gesù di fronte alla furia omicida di Erode. Il Papa, proclamando l’"anno di San

Giuseppe", ha voluto presentare l’icona di riferimento, per quanti –

senza rumore – lavorano per risolvere le questioni quotidiane, dalle più semplici alle più complesse. Su questo orizzonte va posto il Prof. Biagi,

che ha cercato di proporre soluzioni ai problemi del lavoro mediante l’arte del ’cum– promittere’, nell’instancabile ricerca, tra le parti sociali, della migliore soluzione possibile. Dopo gli effetti devastanti

della pandemia, l’Italia avrà più che mai bisogno di uomini

intraprendenti come lui che, attraverso la trasparenza argomentativa e la coerenza personale, ridiano slancio progettuale al cantiere della nuova Italia in Europa. Perché questo avvenga, invochiamo San Giuseppe, come ha proposto il cardinale

Matteo Zuppi.

* Vescovo ausiliare emerito

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