Sicurezza sul lavoro, il monito di Zuppi "Gare al ribasso: istigazione a delinquere"

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"Qualche volta le gare al ribasso sono un’istigazione a delinquere". Lo afferma – parlando di sicurezza sul lavoro – l’arcivescovo di Bologna e presidente della Cei Matteo Zuppi, nel suo intervento al convegno Per non morire lavorando promosso dall’Ufficio per la Pastorale del mondo del lavoro dell’arcidiocesi bolognese. "L’amore non è solo misericordia nelle conseguenze ma combattere le cause, la giustizia è combattere le cause, cioè riconoscere il male e le responsabilità", sottolinea Zuppi. "La logica del profitto porta a risparmiare, a guadagnare in senso stretto: ‘Non lo faccio perché sennò ci devo mettere dei soldi’". A un certo punto – continua la riflessione del cardinale – certe convenienze di lavorare, a volte anche la disperazione di lavorare portano a mettere a rischio e a non calcolare la sicurezza sul lavoro".

Per il vescovo di Bologna "il vero nodo sono i controlli" e la necessità di "dare grande spazio al positivo, privilegiare e valorizzare quelle aziende che fanno le cose rispetto a chi ragiona soltanto nella logica del profitto". La sicurezza "viene prima, non c’è dubbio, tutti dobbiamo fare di più", ribasce il cardinale: "Lo capiamo nell’emozione, ma il nodo è non soltanto fare alcune leggi, perché le leggi ce le abbiamo e anche di buon livello, il vero problema è la loro applicazione. Noi siamo specializzati nel vivere grandi emozioni ma poi sulla manutenzione, i contenuti, i controlli, la serietà e il rigore siamo molto più approssimativi". Così le emozioni "diventano delusioni e qualche volta rabbia".

Zuppi si sofferma poi sul concetto di complicità, per cui "non ho fatto le cose che sapevo di dover fare". E allora "quello è omicidio, punto, c’è poco da fare: io metto a rischio qualcun altro, consapevole". Poi ci sono le omissioni: "Sono quelle che pensiamo contino meno, ma nella giustizia del Padreterno – avverte l’arcivescovo – sono quasi quelle che contano di più, perché saremo giudicati per quello che non abbiamo fatto". Su questi temi, dunque, serve "un’alleanza" tra istuzioni – Chiesa, sindacato e persone – continua Zuppi, che invita poi a superare "l’ambiguità della fatalità". Perché questa "diventa una grande copertura che al contrario è proprio quella che dobbiamo svelare", dicendo "che c’è una causa – sottolinea il vescovo – e quindi ci sono delle responsabilità". E se sul fronte sicurezza possono essere d’aiuto anche le nuove tecnologie, queste ultime "richiedono soldi e quindi bisogna metterceli".

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