Sparatoria, complice in manette

Il tunisino di 24 anni, presente al regolamento di conti, ha nascosto la pistola usata dal ‘socio’

"Dissotterro la pistola e ne vado a fare secco un altro". Sono queste le parole che hanno fatto scattare, ieri mattina, il fermo di Dhia Abidi, tunisino di 24 anni e spacciatore di lungo corso del Pilastro. Per i poliziotti della Squadra mobile, coordinati nelle indagini dal pm Roberto Ceroni, Abidi era presente martedì sera quando un suo connazionale ha premuto il grilletto contro Anas K., ferendo il marocchino, anche lui pusher del quartiere, nell’ambito di una faida nata tra marocchini e tunisini per una partita di cocaina. Stando a quanto ricostruito, Abidi avrebbe preso parte attiva nel regolamento di conti di via Natali, brandendo un bastone contro Anas, poi ferito dall’alto spacciatore, ora latitante.

I poliziotti della Squadra mobile, che da martedì indagavano sul violento episodio, hanno eseguito il provvedimento di fermo ieri mattina, raggiungendo Abidi nella sua casa a Granarolo. Il ventiquattrenne, come già fatto dall’altro compare, era in procinto di lasciare la città per far ‘calmare le acque’ dopo la sparatoria. Prima di partire, probabilmente per raggiungere l’amico, doveva però risolvere delle questioni in quartiere legate alla sua fiorente attività, riscuotere soldi e sistemare partite di coca. E sono stati questi ‘problemi lavorativi’ a rallentare la sua fuga e farlo finire in manette, per concorso in tentato omicidio e porto illegale di arma da sparo.

Le indagini della polizia, che non ha potuto contare sulla collaborazione di nessuno dei presenti, è quindi partita a ritroso, dalla vittima stessa: come i suoi aggressori, anche Anas K. è un ‘pesce grosso’ dello spaccio del Pilastro, capace di movimentare grosse quantità di coca e hashish. Non certo spicci. E nell’ultimo periodo, tra il marocchino e la banda concorrente, c’erano già stati screzi. Questa buona conoscenza delle vicende pilastrine ha permesso ai poliziotti di avviare attività tecniche mirate. E intercettare il ‘canale’ giusto. Abidi, martedì sera, era sulla Punto nera assieme all’altro che, subito dopo la sparatoria, è andato a casa, fatto la valigia e lasciato Bologna. Abidi ha sepolto la pistola usata (che non è quella trovata nell’auto in via Deledda) e, una volta risolte le sue questioni, che comprendevano anche sparare a un altro avversario, sarebbe stato pronto a scappare. Il suo viaggio è stato però dirottato verso la Dozza.

Nicoletta Tempera

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