Anche quest’anno, Alberto Savi ha ricevuto un permesso premio per trascorrere il Natale in famiglia. Così, per qualche tempo ha potuto lasciare il carcere di Padova in cui è attualmente detenuto. In cui sta scontando l’ergastolo per i crimini della Uno Bianca, la banda composta da lui, allora poliziotto del Commissariato di Rimini, con i due fratelli Roberto, poliziotto pure lui, e Fabio (entrambi condannati all’ergastolo e ora detenuti al carcere di Bollate a Milano).
Immediate le reazioni di sdegno dei familiari delle vittime della Strage del Pilastro – "È una vergogna, premiare perché si è comportato bene chi ha fatto 24 morti", ha riferito ieri al Carlino la madre di Otello Stefanini – e non solo.
Rosanna Zecchi, vedova di Primo e presidente dell’associazione dei familiari delle vittime della Uno Bianca, attacca: "Sarà diventato così buono? Io non ci credo. Loro non erano persone civili, erano come animali, e spero che nessuno si debba pentire di tutti questi permessi premio, perché non vorrei che facessero qualcos’altro. Queste persone hanno fatto troppo male a tanta gente: per chi fa crimini di questo genere dovremmo buttare la chiave".
Affida il proprio commento ai social invece il deputato Pd Andrea De Maria: "Ho avuto modo di dirlo in occasioni precedenti e di assumere in merito atti di sindacato ispettivo, ma nel pieno rispetto degli organi competenti, ritengo che la scelta di riconoscere benefici come questi a chi si è macchiato di atti criminali molto gravi sia molto discutibile". E prosegue: "Deve essere chiaro che lo Stato prima di tutto è chiamato a garantire il diritto alla giustizia delle vittime".
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