Strage, l’appello di Cavallini Strappo sulla sentenza Bellini

Procura generale e parti civili a favore del deposito, ma c’è l’alt dalla difesa. Udienza rinviata a maggio. I due processi non saranno riuniti: "Non c’è tempo".

Strage, l’appello di Cavallini  Strappo sulla sentenza Bellini

Strage, l’appello di Cavallini Strappo sulla sentenza Bellini

Prenderà il via il 10 maggio il processo di appello a Gilberto Cavallini, ex Nar condannato all’ergastolo il 9 gennaio 2020 per concorso nella strage del 2 agosto 1980 che causò 85 morti e 200 feriti. L’udienza fissata ieri davanti alla Corte di assise di appello presieduta dal giudice Orazio Pescatore è stata come previsto rinviata, data l’adesione degli avvocati dell’imputato, Alessandro Pellegrini e Gabriele Bordoni, all’astensione dei penalisti. Cavallini è in regime di semilibertà a Terni e non era in aula. Il 10 ci sarà la relazione del processo, poi si procederà con le richieste istruttorie: già fissate udienze fino a settembre.

A inizio aprile è stata intanto depositata la sentenza di primo grado del processo ai ‘mandanti’, in cui è stato condannato all’ergastolo come "quinto uomo" della bomba l’ex di Avanguardia Nazionale Paolo Bellini. I due appelli, Cavallini e Bellini, pare però che non saranno riuniti per tempistiche processuali. Con soddisfazione delle parti civili, riassume l’avvocato dei familiari delle vittime Andrea Speranzoni: "Abbiamo atteso molto per questo processo, ora bisogna procedere. Non c’è tempo di attendere l’avvio di quello nei confronti di Bellini".

Sulla richiesta della difesa, anticipata ieri dal Carlino, di ascoltare il terrorista Carlos "lo sciacallo", che ai tempi sostenne la cosiddetta ’pista palestinese’, l’avvocato Speranzoni invece attacca: "Fu un depistaggio messo in piedi preventivamente. Non ci sottrarremo dall’affrontare la questione in aula e dallo spiegarne l’infondatezza alla Corte".

Dal canto suo intanto "la Procura generale sta valutando se proporre alla Corte l’acquisizione della sentenza di primo grado di Bellini, che ha recepito integralmente le nostre richieste", spiega il procuratore generale facente funzioni Lucia Musti. Un’opzione condivisa dai difensori di parte civile, che, illustra ancora Speranzoni, ritengono che la sentenza "arricchisca un quadro di fatti legati al sistema dei mandanti e finanziatori da un lato e dall’altro approfondisce i legami tra le varie sigle dell’eversione e di estrema destra, collegati tra di loro e collegati ad ambienti istituzionali". L’avvocato dell’imputato Pellegrini anticipa invece l’opposizione della difesa a questa eventuale produzione: "È una sentenza di primo grado, inammissibile in un processo d’appello", le sue parole.

f. o.

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