Strage del Salvemini: trent'anni dopo. Il ricordo è in diretta

Tre ore di testimonanianze e interviste per ricordare i 12 studenti che persero la vita nel terribile incidente aereo. Presenti da Pupi Avati a Cabrini

Trent'anni fa la strage del Salvemini

Trent'anni fa la strage del Salvemini

Bologna, 6 dicembre 2020 - Una diretta di quasi quattro ore per dare spazio alle voci del Salvemini. È la lunga diretta Facebook che ieri pomeriggio è andata in onda dall’Aula della Memoria, dall’aula in cui morirono - il 6 dicembre 1990 - i 12 studenti della II A Periti che studiavano nella succursale del Salvemini. Al motto "Io Sono il Salvemini", proclamato da più di 250 persone note e meno note, tra cui tanti ex studenti o insegnanti del Salvemini, si sono aggiunte più di 80 testimonianze, molte delle quali già registrate e tante in diretta.

Organizzata da ex studenti del Salvemini e da studenti di oggi, la diretta era stata strutturata come una giornata di scuola, scandita dal suono della campanella per le varie materie in programma. Ogni ora era coordinata da un giornalista bolognese. Quella di Italiano e lettere è stata affidata a Valerio Baroncini, capo dwella cronaca di Bologna de il Resto del Carlino. Tra le testimonianze da segnalare quella di Alessandro Gamberini, avvocato delle famiglie delle vittime, dello scrittore Carlo Lucarelli, di Romano Prodi, di Walter Veltroni, di Antonio Cabrini, Renato Villa, Gianluca Pagliuca, Pupi Avati.

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L'incidente

Era una mattina di trent'anni fa quando un aereo Mb 326 Macchi dell’Aeronautica militare va in avaria, durante un'esercitazione (le manovre aeree militari erano in preparazione della guerra in Iraq) e il pilota, Bruno Viviani, riesce a lanciarsi con il seggiolino eiettabile e a paracadutarsi poco prima dello schianto. Si posa poi con il paracadute sulle colline di Ceretolo, riportando alcune ferite. L'aereo, cadendo, si infila nella finestra della II A Periti dell’Istituto tecnico commerciale di Casalecchio di Reno.

Le vittime

Furono 12 gli studenti che morirono in quella fatalità: Deborah Alutto, Laura Armaroli, Sara Baroncini, Laura Corazza, Tiziana de Leo, Antonella Ferrari, Alessandra Gennari, Dario Lucchini, Elisabetta Patrizi, Elena Righetti, Carmen Schirinzi e Alessandra Venturi.

L'insegnante Cristina Germani si salvò, riportando gravi ferite, assieme a Milena Gabusi, Federica Regazzi, Federica Tacconi e Daniele Berti. Benito Fusco, oggi frate dei Servi di Maria, era all'epoca assessore ai Servizi sociali e alla sanità di Casalecchio. Fu lui ad accompagnare i genitori dei ragazzi deceduti a Medicina davanti a quei corpi straziati. “Un riconoscimento avvenuto con grande fatica e dolore immenso. Un pianto corale e angosciato rimbombava nel salone. Anch’io avevo il cuore paralizzato dal dolore”, ha ricordato Padre Fusco.

Le altre persone rimaste ferite e che riportarono ustioni e fratture nel tentativo di sottrarsi alle fiamme e al fumo furono, tra studenti e docenti, in tutto 90.

Il processo

Sia il pilota dell'aereo caduto, Bruno Viviani, sia altri due ufficiali dell'Aeronautica vennero condannati per omicidio colposo plurimo. Nel gennaio 1997, però, furono assolti in appello. La Cassazione confermò la sentenza, dichiarando che "il fatto non costituisce reato".

Il Salvemini oggi

L'Itcs 'Gaetano Salvemini' oggi esiste ancora ma non si trova più in quell'edificio, teatro dell'incidente. Il complesso venne ristrutturato, ma non fu più adibito ad uso scolastico. Oggi ospita diverse associazioni di volontariato e lo squarcio esterno nella parete, ancora presente, è stato coperto da una grande vetrata.

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