Teresa Carniani e l’amicizia con Leopardi

Biancastella

Antonino

Nella Bologna di inizi ‘800 erano due i salotti letterari più in voga: quello della bella Cornelia Rossi che vantava ospiti internazionali e quello della borghese e colta fiorentina Teresa Carniani. Nata a Firenze nel 1785, deve combattere con la mentalità di sua madre che la vuole nel tradizionale ruolo di donna di casa, mentre lei segue le lezioni dello zio materno, esperto di storia naturale, e trascorre la fanciullezza con la zia Teresa Pelli Fabbroni, il cui salotto fiorentino annoverava tra i frequentatori Alfieri, Verri e Humboldt. Lì Teresa apprende l’arte del conversare e le regole del vivere in società, conosce il conte Francesco Malvezzi e lo sposa nel 1802, trasferendosi subito dopo a Bologna. Anche Teresa studia, traduce i classici latini e le sue doti di poetessa sono ammirate da Pindemonte, Angelo Mai e Vincenzo Monti, suo grande amico. Ma uno dei frequentatori più assidui del suo salotto, nel maggio 1825, è Leopardi, poeta già famoso, che Teresa accoglie con gioia. Il suo fare dignitoso ma modesto, quel suo aspetto malinconico, le suscitano una sincera tenerezza, ma l’affabilità quasi affettuosa con cui lo tratta provoca, nell’animo infelice e avido d’affetto di Giacomo, un sentimento impetuoso. Scrive, infatti, al fratello: "Nei primi giorni che la conobbi, vissi una specie di delirio e di febbre. Non abbiamo mai parlato di amore, se non per ischerzo, ma viviamo insieme in un’amicizia tenera e sensibile, con un interesse scambievole, un amore senza inquietudine". Quando Teresa si accorge che i sentimenti del poeta sono qualcosa di più di una tenera amicizia, ne dirada le visite fino ad interromperle e quando, tornando a Bologna, Giacomo chiede di rincontrarla, si nega: non lo vedrà mai più. Teresa chiude il suo salotto nel 1840 e trascorre gli ultimi anni, dedicandosi al suo unico figlio, Giovanni, che nel 1859 viene eletto deputato all’Assemblea delle Romagne. In quello stesso anno Teresa muore. È sepolta alla Certosa.

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