Tortellini e polka chinata finiscono nel Bolognese in fiera

Il tradizionale gioco di carte riletto dall’associazione guidata da Mauri: "Così arriviamo anche ai giovani e facciamo conoscere la città"

Tortellini e polka chinata finiscono nel Bolognese in fiera

Tortellini e polka chinata finiscono nel Bolognese in fiera

Dopo il Bolognando, il memory Va Mo Là e la Tombulaggna, la tombola sotto le Torri, non poteva mancare un altro classico delle feste: è Il Bolognese in Fiera, lanciato da Succede solo a Bologna e Minerva Edizioni. Ma, a differenza dei giochi precedenti, "la cosa in più – spiega il presidente dell’associazione Fabio Mauri – è che questo gioco è edito non solo dalla bolognese Minerva ma anche da Dal Negro, titolare del marchio originale: insomma, è proprio ufficiale". E se i lunghi pomeriggi di Natale sono già in archivio, ci sono ancora parecchi giorni fra la fine e l’inizio dell’anno per radunarsi in famiglia e tentare la fortuna a suon di aste.

Due i mazzi che, come da tradizione, sono uno rosso e uno blu. Al posto delle storiche figure – dalla castellana al bersagliere e dalla pagoda alla piramide, per non parlare della lunga galleria di animali – troviamo però le icone della bolognesità (ovviamente con tanto di nome in dialetto). Ecco dunque tortellini, umarell, il Gigante, ma anche alcune verdure (la mitica pistinèga, la carota, o l’arvajja, i piselli). "Le immagini – continua Mauri – sono legate ai simboli materiali e immateriali della città, per arrivare a conoscerla ancora di più. Ad esempio, abbiamo inserito anche la polka chinata, una danza unica fra uomini, nata negli anni Quaranta proprio a Bologna sotto i portici". E poi ancora una carrellata di luoghi che l’associazione contribuisce a volorizzare, come il teatro di Villa Mazzacorati, fino al Cof, cioè il ghiacciolo.

E anche se il Mercante in fiera è uno dei giochi più antichi – ci sono attestazioni dal Settecento –, la grafica strizza l’occhio ai nostri tempi, visto che è realizzata dallo street artist Claudiano (i suoi personaggi in miniatura li abbiamo già visti in tanti punti del centro storico): Succede solo a Bologna, tra l’altro, ha in mente anche una mostra con sue opere durante il periodo di Arte Fiera.

"Ci piaceva l’idea di rendere più moderno un gioco che fa parte dell’infanzia di tante persone – prosegue Mauri – e in questo modo arrivare ai giovani e promuovere la cultura del territorio". Cosa che l’associazione fa, tra l’altro, da ormai più di dieci anni (l’anniversario del 2021 ha dovuto fare i conti con la pandemia), con numeri che parlano da soli: 18mila associati e 150mila iscritti, con oltre 250mila persone che accedono alle visite durante l’anno. "Il nostro obiettivo– conclude Mauri– è quello di fare innamorare i giovani della cultura".

le. gam.

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