LUCA ORSI
Cronaca

Traffico Bologna, Bendinelli: "Il Comune è sovietico"

Il presidente dell’Automobil Club Bologna commenta l’intervista al ‘Carlino’ dell’assessora Valentina Orioli. "Si continua a demonizzare l’auto"

Federico Bendinelli, presidente dell’Automobil Club Bologna

Federico Bendinelli, presidente dell’Automobil Club Bologna

Bologna, 5 novembre 2021 - Sulla scrivania ha il Carlino di mercoledì, con l’intervista all’assessora Valentina Orioli, confermata in giunta dal sindaco Matteo Lepore. Tema: piste ciclabili, aree pedonali e politiche per la mobilità. Federico Bendinelli, presidente Automobile club Bologna, scuote la testa. Che cosa non la convince? "Beh, l’approccio complessivo al problema mobilità". Può spiegare? "Rilevo, purtroppo, un atteggiamento ancora una volta ideologico. Un po’... sovietico". Addirittura. "C’è questo approccio collettivista: tutti a piedi, in bici o con mezzi pubblici". Non crede che il futuro sia nella mobilità dolce? "Io credo invece che si stia guardando al passato, non al futuro". Cosa intende? "Si fa l’errore di non tenere conto della realtà delle cose". Qual è? "Bologna è una città che crescerà ancora molto, dal punto di vista urbanistico ed economico. Occorre dare risposte adeguate, anche in tema di mobilità". Che tipo di politiche auspica? "Mi aspetto azioni per una mobilità sempre più razionale e fluida, che aiuti i cittadini nei loro spostamenti quotidiani. Non vorrei una città inchiodata e paralizzata da una mobilità inadeguata". L’aumento delle piste ciclabili va contro questa idea? "Va benissimo incentivare il più possibile la mobilità dolce, a piedi o in bicicletta. Ma può valere solo per percorsi brevi. E non può andare a scapito di tutti coloro che hanno esigenze diverse e che devono muoversi in auto. Sottolineo: devono ". Il Comune prevede più percorsi ciclabili. Che ne pensa? "Dico sì alle vere piste ciclabili, realizzate in strade dove è possibile avere spazi e protezioni adeguate. Le ciclabili solo disegnate sull’asfalto sono invece controproducenti, sono un ostacolo alla circolazione. Danno poi un’illusione di sicurezza e quindi sono potenzialmente pericolose". Non c’è, però, un aumento di incidenti. "Con il numero di biciclette oggi in circolazione. Ma se l’obiettivo è aumentare in modo importante la mobilità ciclistica, il problema si porrà". Veniamo al nodo di Bologna. Cosa pensa del Passante di mezzo? "È un’opera che non serve. Anzi, complica e aggrava il problema del traffico. Insistere sull Passante di mezzo, come mi pare si continui a fare, è una visione non razionale". Quale alternativa propone? "Tornare alla soluzione di un Passante fuori città". Nella pratica? "Penso che si debba ripensare al progetto di Passante sud, in sotterranea. Si eviterebbe così il problema dell’attraversamento di territori comunali". Il tunnel sotto le colline trova forti opposizioni. "Ricordo le stesse obiezioni in merito al progetto dell’Alta velocità Bologna-Firenze. La galleria avrebbe avrebbe causato catastrofi idrogeologiche. Non è successo. Con il ‘no a tutto’ si paralizza una comunità". Veniamo alle aree pedonali. Il Comune punta ad estenderle e a crearne di nuove. "Va benissimo. Penso per esempio alla pedonalizzazione di via D’Azeglio, che a suo tempo sollevò perplessità. Ma credo che, per realizzare nuove aree pedonali oggi, debbano sussistere due condizioni". Quali? "Il fatto che l’area interessata sia effettivamente molto frequentata. E che sia possibile attuare un controllo effettivo da parte di polizia locale e forze dell’ordine". Altrimenti? "Si finisce per realizzare aree che, non frequentate e poco controllate, sono destinate a diventare aree di degrado".