Bologna, 26 aprile 2023 – “Mi gira la testa. I sedili del tram, intrecciati di paglia resistente e sottile, mi portano a regioni lontane, mi si moltiplicano in industrie, operai, case di operai, vite, realtà, tutto. Scendo dal tram esausto e sonnambulo. Ho vissuto tutta la vita".
Cominciamo con i versi di Fernando Pessoa, grande poeta e scrittore portoghese, il nostro primo viaggio a bordo del tram di Bologna, un’infrastruttura fulcro per l’amministrazione Lepore che fa sospirare e bisticciare i cittadini di Bologna ormai da un lustro, da quando è stato delineato un cronoprogramma di massima per le quattro linee previste. Rossa, Verde, Blu e Gialla, Bologna diventerà un po’ come Milano, senza metro e con in testa meno auto, meno smog, un’aria progressista. Anzi, la più progressista d’Italia.
Sapete cosa c’è di nuovo, c’è che il 27 aprile iniziano dei cantieri un po’ più veri dei precedenti, stavolta le ruspe si sentiranno. Per quattro anni pieni la città dovrà convivere con un sapore di ruggine e polvere in bocca, come accaduto a Firenze, che poi va da musa ispiratrice nemmeno tanto nascosta per quest’amministrazione. Sarà vera gloria? Il tram è partito è assieme a Pessoa ci sono anche i bolognesi, noi vi restituiamo un riassuntone su quello che deve avvenire.
E’ il tram dell’avvenire, a patto che i fondi del Pnrr non vadano perduti nel tempo, come lacrime nella pioggia. Nel nostro podcast ‘ Il Resto di Bologna ’ di oggi, quindi, un recap su quello che sta per partire e su quello che partirà prossimamente, dalla Rossa che arriverà fino a Fico alla Verde che collegherà via di Corticella con Castel Maggiore, più o meno. Assieme al Passante, la tranvia ha dato il là alla grande – e temuta – stagione dei cantieri cittadini.
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