Tremila antagonisti in corteo. Bruciati i manifesti della Meloni

La manifestazione partita da piazza dell’Unità ha raggiunto il centro tra cori contro il Governo e contro Israele

Tremila antagonisti in corteo. Bruciati i manifesti della Meloni

Tremila antagonisti in corteo. Bruciati i manifesti della Meloni

I manifesti elettorali della premier Giorgia Meloni dati alle fiamme. E quelli dei candidati alle Europee di Fratelli d’Italia imbrattati. L’annuale corteo per la Liberazione dei collettivi, partito poco prima di mezzogiorno da piazza dell’Unità, ha partorito i soliti gesti di odio a cui Bologna è ormai abituata. Erano in tremila ieri mattina, tra esponenti di Cua, Cambiare Rotta, Labas, Luna, Giovani palestinesi, Federazione giovani comunisti e anarchici. Gli studenti di Osa delle superiori, che si erano ritrovati alle 10 in piazza XX Settembre, hanno raggiunto la Bolognina per unirsi al corteo principale, diretto verso il Pratello. "Questo 25 aprile non è una festa, non c’è niente da festeggiare, il 25 aprile è ricordo che va praticato quotidianamente di ciò che è la resistenza. Che non è finita il 25 aprile del 1945", hanno annunciato i ragazzi al megafono, partendo in corteo, con alla testa decine di bandiere della Palestina. "Siamo tutti antifascisti, siamo tutti palestinesi", lo slogan gridato dai manifestanti, che da piazza dell’Unità hanno raggiunto via Donato Creti, per poi svoltare in via Stalingrado. Qui, mentre alcuni vergavano scritte sui muri e sui manifesti del candidato alle europee di FdI Stefano Cavedagna, un ragazzo con il volto travisato, si è arrampicato con un fumogeno in mano sopra uno dei pali della luce dove sventolano manifesti con il volto della premier Meloni: "Avrà quello che si merita", hanno urlato dalla strada i compagni, mentre l’arrampicatore dava fuoco all’immagine della presidente del Consiglio.

Il gesto, che si ripete simile ormai in ogni manifestazione antagonista, qualsiasi sia il motivo della protesta in atto, è stato fortemente stigmatizzato. Il vice ministro Galeazzo Bignami parla dei "soliti noti" che cercano "di innalzare ancor più il clima di contrapposizione che già da tempo stanno spargendo. Nell’esprimere solidarietà alla Presidente del Consiglio, mi chiedo come possano costoro che dicono di fare della libertà di pensiero un proprio principio fondamentale, pretendere di impartire lezioni di rispetto, democrazia e tolleranza a chiunque". Analoga la posizione del senatore Marco Lisei: "La sinistra estrema non si smentisce mai", ha detto, chiedendo "alla sinistra istituzionale di condannare senza se e senza ma questi gesti, il 25 aprile è una festa nazionale e come tale dovrebbe essere vissuta da tutti". Sulla stessa linea la capogruppo regionale di FdI Marta Evangelisti.

Tra le frasi scandite in corteo, che è proseguito fino al Pratello, la protesta contro Israele ha avuto la stessa intensità di quella contro il governo di centrodestra. Oltre alle frasi, tante scritte su edifici considerati ’nemici’: sono stati infatti imbrattati la filiale Carisbo di via Stalingrado, la Despar e la P-Tower di via Donato Creti, l’Eni di viale Masini, accanto alla Finanza, il Carrefour di via Sant’Isaia. Sui muri, infine, tante scritte a sostegno di Ilaria Salis.

n. t.

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