Una misura surreale e ipocrita

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Gabriele

Tagliaventi

L’ipocrisia delle Ztl è una delle immagini più chiare del mondo Orwelliano in cui viviamo e quella ultima, allargata, proposta dal Comune è addirittura surreale. Mentre nel centro storico di Bologna entrano ed escono 26.000 auto al giorno, in uno solo dei grandi ipermercati di periferia ce ne sono 20.000. Quindi, se si ha a cuore realmente il problema dell’inquinamento e della Vita Sana, allora non si fanno Ztl, ma si incentiva la trasformazione degli enormi ’scatoloni’ circondati da enormi parcheggi in veri Villaggi Urbani, con case con giardino e negozi e attività a 5-10 minuti a piedi come prevede il modello della Garden City e come si fa da 20 anni in America dove il 30% dei grandi Mall è già stato demolito (Mall Apocalypse).

Bisogna avere una visione organica di come è fatta una Città Sana e la Città Sana è composta da tante Città, da tanti Quartieri e Villaggi Urbani, ciascuno con una sua piazza centrale con negozi e attività raggiungibili a piedi. La pianificazione di Bologna, invece, negli ultimi 70 anni ha creato un centro morto dove non si può circolare in auto e, infatti, non ci sono più famiglie e negozi diffusi e una enorme periferia piena di ipermercati e altri scatoloni suburbani che sono i veri generatori di traffico e di inquinamento. Piuttosto che basarsi su vecchi modelli coercitivi e schizofrenici come quello della Ztl, sarebbe opportuno che si avviasse un programma di Rigenerazione Urbana favorendo la costruzione di villaggi urbani nelle aree dei parcheggi degli scatoloni e installando un defibrillatore in ogni piazza per facilitare la vita dei cittadini e salvarla in caso di emergenza. Tanto, in ogni caso, i vecchi scatoloni sono comunque destinati a chiudere come hanno chiuso in America dove sono stati inventati e, poi, abbandonati in favore dell’e-commerce e del modello del New Urbanism.

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