Sgarbi spinge l’azzurro: "Con lui si può battere, il Pd alle Comunali"

Vittorio Sgarbi, 69 anni

Vittorio Sgarbi, 69 anni

Con Andrea Cangini candidato sindaco, il centrodestra "può mettere in seria difficoltà" il Pd e Matteo Lepore. Ne è convinto Vittorio Sgarbi, critico d’arte, deputato di Rinascimento, movimento politico da lui fondato. Che anche sotto le Due Torri auspica da subito, come a Roma, la messa in campo di un tridente: candidato sindaco, vice e assessore alla Cultura.

Professor Sgarbi, perché Cangini può vincere?

"Lepore ha vinto male le primarie (ha battuto Isabella Conti con il 59,6%, ndr), ha una posizione molto sbilanciata a sinistra ed è guardato con sospetto anche da una parte dei ‘suoi’. Penso per esempio a tanti esponenti del mondo della cultura".

Può bastare?

"Non dico questo. Dico però che una figura come Cangini può attrarre i voti di un’area moderata di centrosinistra che non si sente rappresentata da Lepore".

Resta il nodo Lega: Matteo Salvini vuole candidare un civico, mentre Cangini è senatore di Forza Italia.

"Che Cangini sia una figura civica lo dice la sua vita (giornalista, è stato direttore di Qn e Carlino, ndr). Non ha le stimmate del politico. Non è che tre anni in Parlamento lo hanno trasformato in un politico di professione. È poi una figura autonoma, indipendente".

In campo ci sono i civici Fabio Battistini e Andrea Mugavero.

"Resto convinto che, fra i tre, Cangini rappresenti l’ipotesi indiscutibilmente migliore".

Pensa che anche a Bologna, come a Roma, il centrodestra farebbe bene a presentare non solo il candidato sindaco, ma parte dell’eventuale squadra?

"L’idea del tridente, che ho proposto a Roma, sarebbe indicata anche per Bologna".

Se dipendesse da lei, quale tridente proporrebbe?

"Se Cangini sarà il candidato sindaco, magari Battistini vice e un assessore alla cultura di rilievo".

Questo è il suo campo: ha qualche nome in mente?

"Penso a Marco Riccòmini, figlio di Eugenio. O, perché no, a Fabio Roversi-Monaco, che ha grande esperienza di musei e di eventi culturali. Bologna è una città colta, le personalità in questo campo non mancano".

Indica profili molto diversi.

"Per allargare il campo bisogna schierare figure con elettorati simili, ma non coincidenti".

La scelta del candidato sembra questione di giorni.

"All’ultima riunione si è detto che su Bologna si chiude il 19. Se il candidato sarà Cangini, sarò con lui".

E se non fosse?

"Non protesterò. E sosterrò il candidato scelto. Anche se, ripeto, il margine di possibilità per cercare di vincere a Bologna mi pare superiore con Cangini rispetto agli altri nomi in campo".

Tempo fa, lei aveva sponsorizzato la candidatura di Giovanni Fàvia, uno dei primi espulsi dal Movimento 5 stelle.

"Ne avevo parlato con il senatore Andrea Ostellari, della Lega. Mi sembrava che Fàvia rappresentasse la figura ideale per allargare l’area dell’elettorato di centrodestra, per guardare al di là dei partiti tradizionali".

Che risposta ebbe dalla Lega?

"Il nome di Fàvia venne accolto con rispetto e attenzione. Poi, in una delle riunioni, uscì il nome dell’editore Roberto Mugavero, che viene ricondotto all’area di Fratelli d’Italia. E intanto era spuntato Fabio Battistini. Poi, fortemente sostenuto da Forza Italia, è cresciuto il nome di Cangini".

Fàvia resta una risorsa per la città?

"Assolutamente sì. Gli chiederò di fare parte della lista che Rinascimento presenterà anche a Bologna".

 

 

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