La Conti molla i ribelli: "Con me c’era posto"

Toni soft verso il Pd: "Non è il mio partito, non dico che cosa deve fare". Affondo di Virginio: "Nessuna epurazione, interessi personali"

La sindaca di San Lazzaro, Isabella Conti

La sindaca di San Lazzaro, Isabella Conti

di Rosalba Carbutti

"Avevo tenuto la porta aperta, spalancata. Ma ormai la mia lista è chiusa. Però ci tengo a sottolinearlo: non ho abbandonato nessuno...". Isabella Conti dopo giorni di silenzio, nonostante l’esclusione di Alberto Aitini e di Virginia Gieri, oltre che dei consiglieri dem ’isabelliani’, usa toni molto morbidi nei confronti del Pd. E sulle esclusioni che, ormai, secondo chi aveva votato Conti sono diventate "epurazioni", Isabella si limita a dire che sono questioni che non la riguardano. Parole ultra soft, lontane dal "sangue" sgorgato durante le primarie, evocato da Romano Prodi. Tant’è che se ieri Lepore ha citato Isabella come esempio di rinnovamento, lei gli ha risposto promuovendo l’idea di partito unico, evitando l’affondo: "Ormai sono uscita dal Pd, non sono una dirigente del partito democratico e non mi permetterei mai di dire cosa deve fare il partito". Resta netto, invece, il sindaco Virginio Merola: "Sentire parlare di epurazioni nel Pd di Bologna non mi fa effetto, perché non è vero. Non bisogna confondere un progetto politico con le persone, perché un tentativo di mediazione è stato fatto. Se poi uno risponde dicendo ‘o io o niente’, significa che oltre al progetto politico ci sono troppi interessi personali che non vanno bene".

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La sindaca, dalla sua, rigetta le accuse lanciate dall’avvocata, ex Scelta civica, Monica Babbini sul Carlino, che nell’annunciare la rottura con la sindaca, si era detta stupefatta "dal silenzio assordante di Isabella".

"Non ho abbandonato nessuno. Non sono stata in silenzio. Ci sono state diverse mie prese di posizione e avevo fatto un appello per un’armonizzazione" prima ancora dell’assemblea Pd, ricorda la sindaca di San Lazzaro. Ma il messaggio ai ribelli dem è chiaro: i riformisti sono nella lista ’Anche tu Conti’. Potevate venire qui. Vi avrei accolto. Conti rimbalza dunque le critiche ricevute per non aver ‘salvato’ i suoi sostenitori. E insiste: "Mi sono candidata alle primarie con un progetto politico e le persone che hanno scelto di sostenermi, e hanno lavorato con me, l’hanno fatto sulla base di quel progetto".

Quindi, ribadisce Conti, "il fatto che io non sia candidata è l’emblema del fatto che i punti che vogliamo portare avanti prevalgono sulle carriere personali".

Dopodiché, ribadisce la sindaca, "mi sono spesa molto perché le persone che mi hanno sostenuto e che hanno deciso di trovare più affine una collocazione in un altro partito, potessero candidarsi nel luogo in cui si sentivano più rappresentate".

Infine chiude la partita seguendo – pare – la stessa linea usata da Lepore che, l’altro giorno, aveva lasciato spazi a chi "vuole lavorare per Bologna": "In politica le risorse non sono mai perse e sono certa che le persone che hanno dato tanto alla città abbiano ancora tanto da dare".

Di certo, tra i dem che l’avevano sostenuta serpeggia malumore. Il ’peccato orginale‘? Aver creato la lista Conti: "Una trappola per chi voleva candidarsi legittimamente col suo partito, il Pd". E c’è chi collega la presa di posizione blanda della sindaca con la sua intenzione di tornare nel Pd. Si vedrà. Intanto, dal partito di Isabella, Italia Viva, Ettore Rosato pungola: "Il Pd ha perso di vista il riformismo".

 

 

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