Elezioni Comunali 2021, il Pd è diviso. E ritorna la Gualmini

La professoressa si è già chiamata fuori due mesi fa, ma la crisi di governo ha cambiato lo scenario: si ripensa a lei come profilo unitario

Elisabetta Gualmini

Elisabetta Gualmini

Bologna, 16 febbraio 2021 - "Non c’è unità nel Pd. Per questo serve un passo indietro da parte di chi è in campo. E serve un nome terzo". Dal possibile Conte ter, ormai quasi preistoria come il Quartetto Cetra o come il Mario Monti che piace da destra a sinistra, alla formazione del (primo?) governo Draghi è cambiato il mondo. A livello nazionale è cambiato tanto, la politica si è talmente avvitata su se stessa che Giorgetti e Orlando siedono nello stesso governo. E a livello locale pure: se a Roma si cambia, a Bologna in vista delle amministrative si balla.

Il virgolettato citato è di Giuseppe Paruolo, consigliere regionale Pd che parlando al Carlino ha rimarcato uno scenario che viene evocato non solo da lui, in questi giorni e dietro le quinte. Se a Bologna il Pd non si mette d’accordo su uno dei nomi in campo, allora bisognerà porsi il problema di trovare il mitologico ‘casco blu’, il soldato con le mostrine che porterà la pace. Per inciso, se Matteo Lepore sembrava alla quasi alba del Conte ter un’ipotesi sulla quale si sarebbe potuti anche convergere tutti, adesso con Zingaretti e i suoi sotto accusa all’interno del partito per il fallimento del piano Conte ter la visuale è cambiata. I rapporti di forza si sono ricomposti. Ma a favore di chi? Ecco perché torna d’attualità l’unico nome che potrebbe convincere in un sol colpo Bonaccini, Critelli e De Maria: Elisabetta Gualmini. Per una maggioranza chiara in assemblea cittadina (con la benedizione non secondaria del governatore) che il segretario Luigi Tosiani non potrebbe mai ignorare. Certi amori (per la città) fanno giri immensi e poi ritornano. Lepore non sarà mai d’accordo, ma lo scenario se si vota a giugno potrebbe essere questo.

Il casco blu

Sì, la data del voto sarà dirimente. Perché con le amministrative a giugno addio primarie (a meno di clamorose accelerate sulla piattaforma online) e il Pd dovrà scegliere in assemblea. Oggi Lepore (quasi al 30% in assemblea) e Aitini (oltre il 40% con Paruolo) l’accordo non l’hanno trovato, e non è affatto scontato che De Maria trovi la quadra con Aitini per fare il fronte anti Lepore. E non è scontato nemmeno, come si sussurra si augurano i leporiani, che De Maria alla fine per scongiurare una guerra interna arrivi ad accordarsi con l’assessore alla Cultura. Gli scenari nazionali sono cambiati. Dunque torna la suggestione Gualmini, un alto profilo al quale tutto il partito, anche a Roma (specie con quest’improvvisa assenza di figure femminili di peso tra i dem, almeno nelle nomine di governo), potrebbe chiedere di fare uno sforzo politico e di riproporsi. Perché la politologa dalla corsa verso Palazzo d’Accursio si era sfilata prima di Natale: non mi candiderò, aveva detto. Ma si sa, la politica è imprevedibile e secondo molti davanti a una richiesta esplicita la professoressa sarebbe disposta a riconsiderare la partita. Qualora dovesse accadere, allora la Gualmini sarebbe chiamata alla trattativa politica: per passare in assemblea dovrà per forza trovare un accordo con la fazione Aitini-Critelli, che ha la maggioranza, e poi anche con la parte che fa riferimento ad Andrea De Maria e Marco Lombardo. Pare impossibile che Lepore possa accordarsi sulla Gualmini. Con l’europarlamentare ipotetica candidata, è tutto da vedere cosa deciderà di fare l’assessore che lo stesso sindaco Virginio Merola ha indicato come profilo sul quale tutto il centrosinistra dovrebbe convergere. Ma oggi, anche ‘per colpa’ del naufragio del Conte ter, questa possibilità ha perso temporaneamente forza.

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Arriva la Direzione

Fatto il governo, il segretario Luigi Tosiani intanto può convocare la Direzione. Atto politico che precederà l’assemblea cittadina, ben più decisiva. La Direzione potrebbe essere convocata tra mercoledì e venerdì, è un’ipotesi, per essere infine celebrata tra venerdì 26 e sabato 27 febbraio. Dopo una settimana, massimo 10 giorni, potrebbe quindi esseci l’assemblea cittadina. Per capire come potrebbero andare, molto dipenderà dalla decisione finale sulla data del voto: se in settimana il governo confermerà le Amministrative per giugno, allora il Pd sarà costretto a trovare una soluzione in assemblea, i tempi per organizzare le primarie sarebbero ristrettissimi. Viceversa, con il voto in autunno tutto si riaprirebbe. Intanto Tosiani dovrà preliminarmente convocare l’assemblea provinciale per rimpiazzare diversi membri della Direzione decaduti, tra cui quelli passati a Italia Viva. I nomi dovrebbero essere chiamati, secondo regolamento, dai tre sfidanti dell’ultimo Congresso: Critelli, Rizzo Nervo e Licciardello. Ma si starebbe lavorando a una soluzione che accontenti tutti. Alcuni nel partito obietterebbero: un’operazione fatta con ritardo. Dagli ambienti della Federazione però si precisa: nessun ritardo, tutto sta avvenendo secondo programma.  

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