Eterologa, Lusenti: "No alla giungla, serve regolamentazione nazionale"

L’assessore regionale alla Sanità: "Noi siamo pronti, sollecitiamo a lavorare da subito per un provvedimento entro settembre"

L’assessore alla sanità Lusenti

L’assessore alla sanità Lusenti

Bologna, 11 agosto 2014 - "Noi riteniamo che le strutture pubbliche dell'Emilia-Romagna non possano attuare al momento la fecondazione eterologa a carico del Servizio sanitario nazionale in quanto, a parere del ministero, la procedura non e' inclusa nei Livelli essenziali di assistenza", i cosiddetti Lea.

Lo dice l'assessore regionale alle Politiche per la Salute Carlo Lusenti, partendo da qui per sollecitare "un atto di regolamentazione a carattere nazionale, per evitare che un argomento cosi' delicato e sensibile si trasformi in una giungla".

Lusenti, in una nota, ci tiene a "precisare che proprio per assicurare la fruizione di un diritto, pertinente alla sfera della salute, in condizioni di uniformita' su tutto il Paese, riteniamo sia doveroso andare oltre l'assunzione di atti da parte delle singole Regioni: cio' comporterebbe inevitabilmente il rischio di una variabilita' da territorio a territorio".

Serve dunque un documento di linee guida o regolamentazione uniforme "da adottare con urgenza e tempestivita'. Noi siamo pronti, e sollecitiamo a lavorare da subito per adottare un provvedimento entro i primi di settembre. Lo dobbiamo alle tante coppie in attesa di veder riconosciuto questo loro diritto".

In Emilia-Romagna sono 20 i centri autorizzati (10 pubblici e 10 privati) per le tecniche di procreazione medicalmente assistita. Sulle 10 strutture pubbliche, quattro sono di primo livello (effettuano cioe' l'inseminazione artificiale), mentre le altre (sempre pubbliche) sono autorizzate ad utilizzare tecniche di secondo-terzo livello (come fivet, icsi). Stesse proporzioni per il privato: su 10 centri, quattro sono di primo livello, gli altri di secondo-terzo.

Nel 2013, i centri di primo livello dell'Emilia-Romagna (dati dal Registro nazionale, luglio 2014) hanno trattato complessivamente 698 pazienti, di cui 585 nel pubblico e 113 nel privato. L'attivita' invece del secondo e terzo livello ha riguardato 3378 pazienti trattate, di cui 1979 nei centri pubblici e 1399 nei centri privati. Sul fronte della spesa, le tecniche di secondo e terzo livello si fanno in regime di ospedalizzazione diurna (sono esenti dal ticket), mentre quelle di primo livello prevedono un ticket al pari delle prestazioni ambulatoriali. (Com/Red/ D

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