Risultati Senato Bologna: Casini vince la sfida con Sgarbi

L’ex presidente della Camera, in corsa per il Pd, stacca lo sfidante già nella notte con oltre il 40%: "Una vittoria col vento contrario". Al terzo posto, il candidato del Movimento 5 stelle Fabio Selleri

Pier Ferdinando Casini

Pier Ferdinando Casini

Bologna, 26 settembre 2022 - Quella tra Pier Ferdinando Casini, ex Dc candidato per il Partito democratico, e Vittorio Sgarbi (lista Noi moderati), appoggiato dal centrodestra, è stata – con il dovuto rispetto per gli altri dieci competitor in lizza – la sfida per il Senato che sotto le Due Torri ha monopolizzato il racconto politico della campagna elettorale.

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A Bologna, ormai uno dei pochi collegi blindati rimasti al centrosinistra in tutta Italia Casini è stato eletto con il 40,48%, pari a 123.819 voti, contro il 31,63% (96.737 voti) di Sgarbi. D’altra parte, aveva ammesso lo stesso critico d’arte, "ho accettato una sfida quasi impossibile".

"E' andata bene. Io amo Bologna e in questi anni sono stato sempre ripagato bene. E' stata una vittoria più difficile delle altre per il clima in cui è maturata. Poi, dopo tanti anni non e' semplice ripresentarsi alla gente". Lo ha detto all'AGI, Pier Ferdinando Casini questa mattina - . "Voglio ringraziare prima di tutto i bolognesi ma anche il Pd che mi ha sostenuto perchè - ha concluso Casini - hanno fatto un lavoro fantastico e molto generoso con un grande spirito di servizio. Poi è stato fatto tutto con il vento contrario".

Sul gradino più basso del podio si è piazzato Fabio Selleri, candidato del Movimento 5 stelle, che a Bologna aveva mosso i primi passi. Selleri aveva fermo al 10,86%. Selleri non dovrebbe riuscire a bissare il risultato di quattro anni fa, quando Michela Montevecchi arrivò al 24,39% (87.052 voti).

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Molto vicino al M5s è Marco Lombardo, in corsa con il Terzo polo, il cui risultato era atteso con curiosità. Già assessore comunale della giunta Merola – che lasciato il Pd è entrato in Azione, di cui è segretario –  Lombardo ha raggiunto il 9,36%.

Il risultato della lista Calenda-Renzi, che ha succhiato voti al Pd, ha probabilmente contribuito ad assottigliare un poco il vantaggio di Casini su Sgarbi.

Nel marzo 2018 Casini sbancò, incassando 121.898 voti e raggiungendo il 34,15%. Staccando l’avversaria del centrodestra, Elisabetta Brunelli, di circa sei punti percentuali.

L’ex presidente della Camera viene eletto per la seconda volta di fila a Bologna sotto le insegne del Pd, nonostante polemiche e mugugni di una parte della base del partito locale all’annuncio della candidatura dato da Enrico Letta. Ma, alla fine, le sezioni dem – come già accaduto quattro anni fa – hanno metabolizzato la scelta del candidatura.

E vincendo, come quattro anni fa l’antico avversario dc, già presidente della Camera, rappresenta una delle poche note liete per un Pd sempre più in crisi di identità e di consensi anche sotto le Due Torri.

Casini si confermerebbe così il recordman di permanenza in Parlamento. Un vero highlander della politica, con alle spalle – fino a ieri – 39 anni filati fra Camera e Senato. E dieci legislature.

Sgarbi – che ha combattuto fino all’ultimo giorno, passando da sagre di paese a convegni, da salotti a cene elettorali – ha condotto una campagna elettorale scoppiettante – spesso dissacrante e irriverente.

Legato all’ex presidente della Camera da una buona amicizia, ricambiato, il candidato del centrodestra ha più volte attaccato Casini, definendolo di volta in volta "uccello impagliato", "un fantasma", o "statua da museo".

Casini, da parte sua, ha tenuto un profilo basso, evitando ogni polemica con l’avversario.

Agli altri otto candidati in lizza per il Senato sono andate, come era prevedibile fin dalla vigilia, soltanto le briciole.

Maurizio Baldacci (Alternativa per l’Italia)  fermo allo 0,22%, Alessandro Capucci (Partito animalista) allo 0,6%, Bruno Savini (Destre unite) allo 0,12%, Marco Odorici (Unione popolare) a un onorevole 2,33%, Riccardo Paccosi (Italia sovrana e popolare) all’1,34%, Stefano Montanari (Vita) all’1,07%, Daniele Mattei (Italexit di Paragone) all’1,60% e Gianni Catelani (Mastella) non è andato oltre lo 0,07%.

 

 

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