Caterina Barbieri al festival 'Robot': "Ecco il mio Spirit Exit"

La compositrice bolognese si è formata al Conservatorio Martini, poi in giro per l’Europa: venerdì sarà al DumBO

Caterina Barbieri, 32 anni, porta al DumBO il suo ultimo disco: Spirit Exit

Caterina Barbieri, 32 anni, porta al DumBO il suo ultimo disco: Spirit Exit

Bologna, 5 ottobre 2022 - Dall’estasi mistica di Santa Teresa D’Avila alla fragile drammaticità delle parole di Emily Dickinson , la poetica di Caterina Barbieri, musicista bolognese con un vasto respiro internazionale, si esprime attraverso un suono fatto di ondate che incalzano e si sovrappongono per cercare una via a quello che gli antropologi chiamano "Stato modificato di coscienza". L’artista è una delle ospiti più attese del Festival di musica e elettronica e arti digitali Robot , con l’esibizione al DumBO venerdì, alle 20.45, con le composizioni contenute nel suo recente disco, Spirit Exit .

Barbieri, lei ha studiato al Conservatorio di Bologna, che si conferma essere, dagli anni 70 a oggi, una fucina di talenti ‘globali’.

"Le aule del Martini sono state determinanti per la mia carriera, per la costruzione del suono che ha generato il mio ultimo lavoro, Spirit Exit , che finalmente venerdì porto nella mia città. Quel luogo, pur mantenendo un forte rigore accademico, è in realtà un laboratorio in continua trasformazione, uno spazio permeabile, dove la formazione classica, il virtuosismo si è aperto, da quando negli anni ‘70 furono istituite le cattedre di musica elettronica e di musica d’uso, ai linguaggi della contemporaneità e della quotidianità".

Poi ha completato i suoi studi in Europa.

"Quando ho iniziato a studiare musica elettronica, ho subito la fascinazione delle macchine analogiche, del loro suono sporco, a volte polveroso, mai glaciale, come quello perfetto degli strumenti digitali. Anche per l’atmosfera che nelle aule del Conservatorio si respirava. Quando qui nacque l’insegnamento di musica elettronica, gli artisti lavoravano su moduli grandissimi, che richiedevano al musicista una importante partecipazione. Era come se sentissero e percepissero il peso dell’intervento umano e volessero dialogare con chi li utilizzava. Per questo sono andata a Stoccolma , dove negli studi EMS esiste la più ampia collezione al mondo di sintetizzatori analogici Buchla, e lì è iniziata la mia carriera come musicista e produttrice".

Una carriera che, anche se lei è giovanissima, ha giù raggiunto numerosi traguardi.

"Il più importante è il disco che ho pubblicato di recente, Spirit Exit , uscito per la mia casa discografica Light-Years. È un album fatto di paesaggi e suonato con uno dei sintetizzatori che hanno fatto la storia del rapporto tra musica e tecnologia, il Buchla, una macchina con la quale l’interazione è assoluta, dal vivo c’è un dialogo continuo con uno strumento che è in grado di rispondere immediatamente a ogni mia richiesta e che mi permette di fare largo uso dell’improvvisazione".

Il suo disco, che porterà a Bologna, ha tre principali fonti di ispirazione, come lei ha dichiarato, due molto note, una forse meno conosciuta dal grande pubblico.

" Spirit Exit è un omaggio a tre personalità alle quali devo moltissimo. La Santa mistica Teresa D’Avila, la poetessa Emily Dickinson e la filosofa Rosi Braidotti , che studia un tema a me molto vicino, quello del post umano, che lei non intende come una visione cyber punk da pellicola di fantascienza, ma come un superamento della nostra condizione, per arrivare a uno stadio dell’esistenza che ci permetta di abbracciare e di vivere sino in fondo tutto quello che ci circonda, la tecnologia, certo, ma anche la bellezza primordiale della natura".

Il programma completo di Robot e le informazioni sono sul sito www.robotfestival.it .