di Giacomo Gelati
Il cambio di ruolo bramato dal suo vecchio allenatore, fino all’esplosione che ha portato a rinsaldare il suo incarico tra le fila di Granarolo, dove oggi è il top scorer con 11,9 di media. Tante sono le tessere che compongono il mosaico del bolognese classe 1998 Riccardo Bertacchini, fra i protagonisti del nuovo corso in serie D (girone B) orchestrato dal binomio Matteo Millina-Emilio Marcheselli, coach e assistente che dopo la retrocessione dello scorso anno vogliono riportare il club di via Roma 32 in serie C.
Bertacchini, la sua è una storia curiosa. Ce la racconta?
"In casa mia si giocava a calcio, primo sport che ho praticato. Poi verso gli 8-9 anni mia sorella Nicoletta ha iniziato a giocare a basket e io andavo a vedere le sue partite. All’intervallo mi piaceva andare a tirare e quando il suo allenatore, il compianto Roberto Ventura, mi ha visto mi ha chiesto di provare. Ho mosso i primi passi all’Horizon, poi fino agli Under 17 mi sono diviso fra Fortitudo e Virtus. La svolta è stata alla Masi, dove coach Forni mi ha cambiato ruolo da play a guardia: lui mi ha cresciuto e gli devo tanto, anche perché abbiamo vinto il campionato di Promozione".
Ora è da tre stagioni a Granarolo. Come vanno le cose?
"Veniamo dalla botta dello scorso anno e da una retrocessione sofferta, dato che avevamo tutte le potenzialità per salvarci, ma fra tante difficoltà ci è mancata la capacità di sopperire a Covid e infortuni. Abbiamo voltato pagina e oggi è cambiato lo spirito di gruppo".
Venite da 4 vittorie consecutive.
"Esatto. Prima abbiamo avuto un periodo caratterizzato da qualche assenza: è stato un momento di svolta che arriva da molto lontano perché volevamo reagire alla passata stagione. Ci siamo trovati a parlare fra compagni di squadra e abbiamo capito che serviva un cambio di passo e da quel momento la fame e la mentalità difensiva sono cambiate. Da allora le cose girano meglio anche in attacco".
Che ruolo ha avuto lo staff in questa metamorfosi?
"Millina e Marcheselli, ma in generale tutta la società, ci fanno lavorare con serenità: si gioca a basket con ogni cosa al suo posto. È un ambiente tranquillo per crescere e sono riusciti a trasmetterci il desiderio di cambiamento della qualità nostra mentale".
Vi siete dati un obiettivo?
"Il coach ci dice che dobbiamo ragionare azione per azione e gara per gara. Avendo confermato gran parte del vecchio roster vogliamo provare a risalire, pur essendo un campionato molto competitivo e difficile. Per ora puntiamo ai playoff".
Domenica alle 18,45 arrivano i Giardini Margherita. Che gara sarà?
"Siamo appaiati al terzo posto, ma loro hanno il vantaggio dello scontro diretto dell’andata (+19). Sarà una sfida intensa, anche se noi all’andata eravamo mentalmente e fisicamente diversi".
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