Fortitudo, il giorno zero dell'Era Tedeschi. Coach Caja: “La mia Effe? Aggressività e allenamenti a porte aperte”

Si apre la stagione biancoblù, presto la campagna abbonamenti. Il presidente: “Obiettivo serie A entro il 2026”

Stefano Tedeschi e il coach Caja

Stefano Tedeschi e il coach Caja

Bologna, 18 agosto 2023 – Una data da riporre in cornice quella del 18 agosto 2023, primo mattone di un nuovo storico corso alle latitudini biancoblù: è infatti iniziata oggi alle 12 nell’iconica Sala Blu della Furla di via San Felice, in occasione della presentazione di coach Attilio Caja, l’era della Fortitudo targata Stefano Tedeschi, l’imprenditore bolognese, padre del responsabile della comunicazione Andrea, che a fine luglio ha rilevato il club da Gianluca Muratori per intraprendere il controllo gestionale e operativo del consorzio Club Fortitudo, Fortitudo Pallacanestro 103 e Fortitudo Academy. Una riforma societaria tanto agognata dopo l’altalena delle ultime stagioni sportive, fra declassamento in A2, debiti, cambi di panchina, partenze improvvise e rimpatri, reticenza e un malumore generalizzato che hanno portato al cambio di proprietà e di organigramma.

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Al tavolo apre le danze il nuovo presidente Stefano Tedeschi. “Benvenuti. Permettetemi di ringraziare i padroni di casa (Marco Calamai, vicepresidente dell’hg Fortitudo ndr). Per me è un piacere essere qua, sono emozionato, è un ritorno in un luogo di bei ricordi e oggi siamo pronti con entusiasmo per cercare di fare al meglio il nostro ruolo e supportare squadra e allenatore. Cercheremo di fare al meglio il nostro dovere. Avere Caja al mio fianco è grande un piacere, sono contentissimo che abbia accettato, soprattutto in un periodo in cui non eravamo ancora nessuno in squadra: c’è una bella amicizia che ci lega. Speriamo di divertirci tutti assieme ai tifosi”. Un suo sguardo al futuro. “Sarò soddisfatto se a giugno 2024 avremo fatto i playoff dando una risposta sul campo con una squadra che si impegna al 100 per cento. Se nel 2026 non saremo in serie A invece avremo fallito”.

Quando inizia la campagna abbonamenti

Campagna abbonamenti: dalla prossima settimana il club pianificherà l’apertura. “C’è voglia di esserci e c’è entusiasmo, l’anno scorso abbiamo fatto più di 3000 abbonati da retrocessi. Non c’è nessuna squadra al mondo che in A2 ha questo tipo di risposta, ma anche in altre categorie. Oggi siamo curiosi di vedere la risposta, ma sentiamo entusiasmo e ottimismo. Non vogliamo fare gli sbruffoni, le cose sono state pianificate, da lunedì si torna all’operatività completa e daremo una data il prima possibile. Sarebbe bello se contenessimo il nostro budget dentro i 2 milioni di euro e gli abbonamenti ci diranno molto”.

Rapporto fra Casa Madre e 103: è sul tavolo la possibilità di una gestione unita Academy-Sg Fortitudo? “Prima ancora che diventassi presidente dicevo che queste sono realtà condannate a collaborare. Oggi mi sono posto un obiettivo, che è quello di sedere al tavolo con persone di buonsenso che si pongano l’obiettivo di collaborare, siamo tutti la Fortitudo e il dialogo è la prima cosa”.

Coach Caja: “Porterò questa sciarpa con orgoglio”

La palla passa poi al primo attore della giornata, il nuovo tecnico Attilio Caja. “Ho un po’ di ringraziamenti da fare, rivedo Marco Calamai con grande piacere, ci conosciamo dai tempi di Pavia e io oggi sono a casa sua, ma grazie anche a Stefano per le belle parole. A quei tempi non c’era ancora Matteo Gentilini, che ringrazio per la fiducia. Porterò la sciarpa che mi ha portato la Fossa con grande orgoglio. Sento il dovere di far risplendere e dare risposta a questa fiducia. Mi metto da solo la pressione, nello sport è una cosa positiva, la pressione negativa ce l’ho solo quando vado all’ospedale. Abbiamo la fortuna di lavorare e fare basket in una città che vive di basket, con una società appassionata, che mi ha messo nelle migliori condizioni per lavorare. Grazie al gm Nicolò Basciano, al ds Marco Carraretto, al team manager Jacopo Pavani: mi sento a mio agio. Dobbiamo fare le cose seriamente, in modo molto serio. Oggi ringrazio tutti, ma il mio compito è fare e far fare, convincere i giocatori di quello che stiamo facendo. Dobbiamo essere una squadra rispettata da tutti, dobbiamo creare un’identità e far dire agli altri ‘che due scatole, oggi giochiamo contro di loro’. Dipende tutto da noi”.

La ripartenza dalle Due Torri biancoblù. “Abbiamo intrapreso il nuovo corso ripartendo da Aradori e Fantinelli, che sono un fattore positivo. Mettere in risalto le qualità dei ragazzi, questo è il mio compito. Abbiamo fatto la considerazione una prima punta offensiva come Aradori, Fantinelli nel suo reparto è un italiano importante che non sia soffocante e da coprire con due stranieri. Io faccio le cose per come sono convinto, ognuno di noi ha un modo di interpretare il basket: in questo modo avremo una buona fisicità. Sarà un basket coinvolgete, intenso, di agonismo".

La tempra di un coach di lunga esperienza. “Io sono un allenatore aggressivo e voglio giocatori aggressivi, ho l’energia del primo giorno in cui ho allenato: con questi due componenti si può andare dappertutto. Da oggi pomeriggio ci alleneremo a Zola Predosa e dico che se si va all’esame preparati le domande sono sempre facili. Bisogna essere estremamente motivati”. Scelta degli 11 senior maniera di pungolare i 10 che siedono in panchina. “La competizione è importante. Col settore giovanile cerchiamo ragazzi interessanti, ma nel reparto piccoli. Volevo giocarmi la scommessa Luigi Sergio, lui ha accettato un tipo di contratto subordinato alle sue condizioni fisiche: per averlo dovevamo avere una copertura. Qui gioca chi produce e chi produce sta in campo. Avere allenamenti competitivi è un fatto importante”.

Roster di intensità che mette le mani addosso. Sarà una Fortitudo da corsa?

“Faremo un basket globale, con giocatori che sanno fare tutto. Non dobbiamo pascolare per il campo, noi dobbiamo correre, avere ritmo e avere un piano B se non vanno le gambe. Il coach deve dare sistema di gioco, spaziature e quant’altro: se il coach dà uno spartito, il giocatore va su quei binari. Dovremo mettere grande pressione agli avversari”.

La scelta degli italiani, l’arrivo degli americani.

“Panni è stata una scelta e giocherà da guardia: il fatto che sia stato scelto credo sia gratificante per lui. Mi aspetto tanto da Aradori: se hai troppe punte sul perimetro rischiavo di ingolfare il settore. Gli americani sono come le uova di Pasqua: quando le rompi vedi cosa c’è dentro. Mi aspetto cose buone dai nostri 6 esterni, Mark Ogden sarà il nostro termometro. Lì siamo coperti e abbiamo giocatori intercambiabili. La stagione si misurerà dalle vittorie casalinghe”.

L’ambiente chiede impegno: c’è un obiettivo quantificabile?

“Una squadra che si sbatte è una squadra che ogni giorno lavora per arrivare al meglio la domenica, non si sta a 3 metri dall’uomo, si va aggressivi. Si cerca di condizionare il gioco. Quando si va in attacco non si fanno coreografie, bisogna stressare la difesa, aggressività è andare a rimbalzo offensivo, questo è il mio termometro. Non si profanano i campi da gioco: si corre, non si deve camminare neanche quando chiamo i ragazzi in allenamento, altrimenti mi innervosisco. Obiettivi? Facciamo fatica a dirlo adesso, ora dobbiamo guardare in casa nostra, poi valuteremo strada facendo e ci misureremo col campo, che è la vera prova”.

Le sirene della serie A non devono condizionare il lavoro della nuova Effe.

“In 30 anni l’A2 l’ho fatta due volte: sono il primo a desiderare la serie A. Ma prima di tutto voglio fare le cose bene, per me conta il massimo relativo ai propri mezzi e non quello assoluto. Non voglio fare la ‘propaganda pentole’ e promettere cose non raggiungibili: non dobbiamo commettere la colpa di non impegnarci”.

Bologna, la nuova città di Caja.

“Nella mia vita sempre allenamenti a porte aperte, se uno vuol venire è benvenuto, non stiamo inventando la penicillina o trapiantando a cuore aperto. Per me è un senso di coinvolgimento”.

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