John Fultz, il ricordo di Dan Peterson: "Era straordinario. Quando Porelli lo punì gli feci togliere la multa"

Il tecnico allenò Fultz nel ’73: "Fu lui a farci vincere la Coppa Italia Ma raccontare solo quello sarebbe come sminuire la sua figura"

John Fultz e Dan Peterson

John Fultz e Dan Peterson

Bologna, 14 gennaio 2023 - Coach Peterson, John Fultz (scomparso ieri a 74 anni) è stato il suo primo giocatore straniero nel 1973, quando lei sbarcò a Bologna.

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"Vero, John mi ha subito fatto vincere la Coppa Italia. E, per questo motivo, gli sarò eternamente grato. Ma i miei ricordi non si possono fermare a quella Coppa Italia, che pure fu importante. Sarebbe come sminuire la figura di John".

Chi era John Fultz per la sua Virtus?

"Un ragazzo straordinario, che fin dal primo allenamento sposò in toto il nostro progetto. Poi un lavoratore incredibile. E un combattente".

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Eppure ci fu il rischio di non averlo in Virtus.

"Quella Virtus aveva appena perso Ferracini, un grande rimbalzista. Avevamo pensato anche a Steve Mitchell che, con noi, prima di prendere altre strade, sostenne anche un provino. Ma la decisione di confermare John fu non solo saggia, ma vincente".

Arrivò, in quel 1974, la prima Coppa Italia della Virtus. Una V nera che non vinceva dal 1956, anno dell’ultimo scudetto.

"Vincemmo entrambe le partite nelle finali di Vicenza. John ovviamente fu protagonista e gran realizzatore. Più in generale conquistammo le ultime sette gare. Ormai la Virtus era una macchina perfetta".

A fine stagione, però, arrivò il congedo.

"Fui molto chiaro con lui. E devo dire che, nonostante il normale dispiacere, lui capì la nostra decisione".

Avevate tra le mani Tom McMillen, che prima di diventare un senatore democratico, grande amico di Obama, era un califfo dei canestri.

"Appunto. Dissi a John che lo avrei confermato volentieri. Ma l’arrivo di Tom, per noi, significava un altro passo avanti verso la conquista dello scudetto. Che sarebbe arrivato poi nel 1976".

Ci fu anche una sorta di screzio.

"Gara di qualificazione per la Coppa Italia. Dobbiamo andare a Livorno. Appuntamento in piazza Azzarita per il pullman alle 14".

E John?

"Si presenta con 20 minuti di ritardo, scusandosi per un impiccio".

Lei come si comporta?

"Non ho battuto ciglio. Ma non potevo nemmeno dare un segnale sbagliato alla squadra".

Quindi?

"Una volta a Livorno, John è rimasto in panchina per tutto il primo tempo. I venti minuti di ritardo. Restare fuori non gli era piaciuto. Ma aveva capito che il messaggio doveva funzionare per tutta la squadra. E lui non batté ciglio".

Più agitato, forse, quella volta che Porelli gli aveva inflitto una multa di 500 dollari.

"All’epoca erano tanti. John non mi dava pace perché voleva in qualche modo recuperarli".

Fece da mediatore?

"Ci provai con Porelli. All’inizio fu irremovibile. La multa c’era e non andava toccata. Poi, però...".

Però?

"Si torna a quella final four di Coppa Italia. Porelli pareva irremovibile. John lanciò la sua proposta: ’Coach, se vinciamo la Coppa Italia, l’avvocato potrebbe darmi indietro quei 500 dollari?’".

E che accadde?

"Contro la Saclà Asti vinciamo 79-73. Fultz realizza 28 punti con 11 rimbalzi. Il giorno dopo, battiamo la Snaidero Udine 90-74. La Coppa Italia è nostra".

E John?

"Fa ancora meglio: 29 punti e 12 rimbalzi. E’ l’mvp. E ritrova i 500 dollari".

Coach, cosa pensa ora?

"John non c’è più. Una sensazione terribile di vuoto".

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