Medel, un anno dopo: l’ex esubero è un leader

L’estate scorsa Gary aveva la valigia pronta. Poi la debacle in Coppa convinse Sinisa a rilanciare il cileno diventato ora imprescindibile

Migration

di Giovanni Poggi

Quasi un anno fa era pronto a partire: valigia in mano e biglietto aereo sul comodino, destinazione Elche, Liga spagnola. Un addio definitivo, con il rossoblù ormai alle spalle e il ritorno in terra iberica dopo 8 anni. Potrà suonare strano, ma per Gary Medel, capitano del Cile e vincitore di due Copa America, al Bologna, non c’era più spazio. Quando il 16 agosto la Ternana scende al Dall’Ara per il primo turno di Coppa Italia, il Pitbull è relegato in panchina: a lui è preferita la coppia centrale Soumaoro-Bonifazi, così prevedono le gerarchie di Sinisa. A Bologna, quel giorno, si superano abbondantemente i 30 gradi, ma per i 5mila sugli spalti sono brividi, perché vedere Donnarumma e compagni maramaldeggiare tra i paletti dipinti di rossoblù, e osservare una formazione neopromossa in B segnarne 5 in 50 minuti (e potevano essere 6, se Skorupski non avesse parato un penalty) al Dall’Ara, è troppo. Servono cinque schiaffi dalla modesta Ternana per risvegliare Sinisa e accorgersi che in panchina c’è qualcuno che scalpita per aiutare un Bologna a pezzi, intimorito e frastornato oltre ogni limite.

E serviva proprio lui, il Pitbull, per dare una scossa, un segnale di vita: quando entra, vicino all’ora di gioco, i rossoblù ne segnano tre, che non basteranno a evitare la figuraccia, ma saranno sufficienti per capire che questo Bologna non può fare a meno di uno dei suoi leader.

Questo, il primo turning-point della carriera sotto le Due Torri, la svolta arriva nelle settimane successive: contro Salernitana e Atalanta.

"Medel? Gli ho spiegato che non è una prima scelta: finché si allena per me non ci sono problemi. È un giocatore che vorrebbero tutti. Io cerco di essere sempre chiaro, poi può cambiare il giudizio iniziale". Il Pitbull fa ricredere Sinisa e a settembre, a mercato concluso, Gary è di nuovo vestito di rossoblù: Boca Juniors e Universidad Catolica, che erano piombate su di lui, possono aspettare. Da lì in poi è un crescendo, Medel diventa il punto fermo della difesa, indispensabile e inamovibile.

La garra non manca mai, nemmeno a Torino contro la Juve, quando le proteste contro l’arbitro Sacchi gli costano il rosso, ma rimarranno anche una delle immagini più apprezzate dal tifo rossoblù: il Pitbull, fascia al braccio, a chiedere rispetto per il Bologna, diventato sempre più suo. E anche oggi, tra mille incognite, tra buchi lasciati scoperti in difesa e non ancora rimpiazzati, Medel è una delle poche certezze. Generoso e instancabile, in un anno Gary ha riconquistato il cuore di Sinisa e dei tifosi, diventando del gruppo il leader indispensabile.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro