Peterson: "Olimpia-Virtus, lo spot migliore"

Il coach: "Due società che dovrebbero essere imitate. Milano è favorita, ma i bianconeri hanno sbancato Madrid, uno spettacolo"

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di Alessandro Gallo

Olimpia Milano-Virtus Bologna è sempre una partita speciale. Lo è, ancora di più per Dan Peterson che ha legato la carriera da tecnico proprio ai due club.

Coach, stasera ci sarà ancora Olimpia-Virtus.

"Cavolo, che partita: lo spot migliore per la pallacanestro. Le due società che hanno strutture, impianti, pubblico, bugdet e idee per l’Eurolega. Ma spero che questo sia solo l’inizio".

In che senso?

"Non ho dimenticato i primi anni di questo secolo. Le italiane in Eurolega erano quattro. Nel 2004 arrivarono alla final four la Fortitudo di Repesa e la Siena di Recalcati. Peccato che un regolamento assurdo costrinse le due squadre a confrontarsi in semifinale. Una finale tutta italiana sarebbe stata fantastica".

Milano-Bologna che cosa le fa venire in mente?

"Beh, a parte le ultime due finali scudetto, dei grandissimi campioni. Penso a Teodosic e Hines. E poi Pajola, Melli, Datome e Ricci. Talenti che possono fare la differenza".

C’è una favorita?

"Milano, perché gioca in casa. Ma l’Olimpia sa di non poter dormire sonni tranquilli".

Perché?

"La Virtus è andata a vincere a Madrid, in casa del Real. Alla fine lo scarto è stato di quattro punti, ma a cinque minuti dalla fine la Virtus, in totale controllo, aveva un vantaggio in doppia cifra. Lo stesso Real, poi, è venuto a Milano sbancando il Forum".

La Virtus per vincere cosa deve fare?

"Credo dipenda molto da Teodosic e Belinelli. Ma per mettere sotto Milano serve che ogni singolo bianconero giochi al massimo. Non dimentichiamo che l’Olimpia è solida e profonda".

Meglio Messina o Scariolo?

"Come si fa a scegliere? Siamo in presenza di due fuoriclasse. Tanto uguali nei risultati eccellenti, quanto diversi per approccio e personalità. Sono due tecnici destinati a entrare nella Hall of Fame. E poi parlano con sincerità, come libri aperti, senza nascondere i problemi. E’ un bel modo per creare interesse".

Forse manca loro qualcosa.

"Cosa?".

L’abilità di punzecchiarsi dal punto di vista sportivo. Lei e Bianchini…

"Valerio? Un genio. Ha vinto tre scudetti in tre città diverse. A Cantù al secondo anno, a Roma e Pesaro al primo colpo. Valerio sapeva cambiare la cultura di una società da subito".

Come nacque la vostra rivalità?

"Mi chiedevano se io fossi l’anti-Bianchini. In realtà era Valerio ad accreditarsi come anti-Peterson. Lo faceva in maniera diabolica, punzecchiandomi sui giornali della domenica, impedendo di fatto la mia replica. Ma, ripeto, in questo – e non solo in questo – Valerio era geniale. In questo modo creava interesse. E la pallacanestro ne traeva vantaggio. E’ stato, anche una sorta di manager ante-litteram. Come ha fatto Scariolo a Madrid, o Messina, ora, a Milano".

Stasera c’è anche Inter-Bologna. Ricorda quando allenava a Bologna? Spesso indossava un maglione a righe orizzontali rosse e blu.

"Era un rosso più scuro. Mi sentivo legato al Bologna. Sono in Italia da cinquant’anni, era pressoché impossibile rimanere immuni al fascino del calcio. Ho conosciuto Berlusconi al Milan, mi sento spesso con Adriano Galliani. Poi ricordo che al palazzetto veniva Beppe Bergomi".

Altra parrocchia (Milan), ma il nomignolo di Costacurta, Billy, è legato alla sua Olimpia.

"Grande personaggio e anche un bel ragazzo. E’ l’idolo di mia moglie Laura".

Geloso?

"No, però tutte le volte che vedo Billy glielo ricordo (ride, ndr)".

Torniamo al campo: Pangos o Teodosic?

"Adesso dicono Milos. Per età ed esperienza. Pangos, però è forte. E ha subito fatto capire di non voler essere paragonato al Chacho. Sono Pangos, dice, non Rodriguez".

E Milos?

"Unico per quello che può fare in pochi minuti. Vederlo è uno spettacolo. Spesso mia moglie mi dice che bisognerebbe suggerire a Scariolo di lasciarlo in campo più a lungo".

Olimpia-Virtus è…

"La vetrina della nostra pallacanestro. I due club danno l’esempio. Speriamo che li seguano in tanti".

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