Run 5.30: Bologna si sveglia di corsa. Romano Prodi fra i 3mila 'eroi' dell'alba

Almeno 3-400 podisti solo in centro. L'ex premier: "Speriamo di ritrovarci ancora nel 2022. Ma con la piazza piena"

Bologna, Romano Prodi alle Run 5.30

Bologna, Romano Prodi alle Run 5.30

Bologna, 11 giugno 2021 - Bologna si sveglia all’alba e, per il momento, il pensiero non è alla Virtus che in serata giocherà alla Fiera per provare a chiudere i conti e vincere lo scudetto della pallacanestro nella finale con l’Olimpia Milano di Ettore Messina. Si parla di basket tra amici, certo, ma si raggiunge Piazza Maggiore per la Run 5,30 Flash Mob (foto). Non ci sono i 6mila e rotti runner dell’epoca pre-Covid - l’ultima volta vera fu nel 2019 -, ma rispetto alle 10-15 unità della passata stagione, ce ne sono molti di più.

Almeno 3-400 podisti solo in piazza Maggiore, qualcuno dice anche 500: tutti distanziati, tutti mascherati nel rispetto delle regole. In città e in provincia i runner della 5,30 sono almeno 3mila, alcuni scelgono un percorso a ridosso della Certosa, ritrovandosi all’alba nel parcheggio dell’Ospedale Maggiore. Il gruppo maggiore, maglietta nera con scritte rosa, è quello che si ritrova in Piazza Maggiore. C’è l’ex presidente del Consiglio Romano Prodi con il figlio Giorgio, ci sono Stefano Dall’Ara, presidente di Robintour Travel Group e Cinzia Ceccolini, avvocato e referente del gruppo Jus Bologna Runners. C’è anche, non manca mai, Roberto Diolaiti del Comune di Bologna. C’è Daniele Menarini, direttore della rivista Correre, grande appassionato e profondo conoscitore della realtà dell’atletica. Non manca Marcello Ciurlo che, della 5,30 2019 aveva disegnato l’ultimo tracciato, quello che viene utilizzato, quasi a memoria, anche dai runner di oggi.

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Tra gli altri punti di riferimento, in provincia, il nucleo di Casalecchio. Ma in Piazza Maggiore ci sono anche gli ideatori della corsa, Sergio Bezzanti e Sabrina Saveri, c’è Donatella Draghetti, dirigente dell’Uisp delle Due Torri che, per prima, ha sposato l’idea di portare questa corsa anche a Bologna. Il ritrovo in piazza, una sgambata di poco più di cinque chilometri mentre il cielo di Bologna comincia a colorarsi. E poi, a dispetto della levataccia, ci sono la grinta e lo sprint con cui uno poi va al lavoro.

Ci sono i numeri che danno speranza per il futuro. Per una 5.30 quasi carbonara, le iscrizioni passano quota 3mila. Nessun altra città italiana, nemmeno Milano e Torino, possono vantare cifre così elevate. Il 30 per cento degli iscritti ha meno di 35 anni. Sono le donne a far registrare una presenza massiccia con un incremento del 90 per cento. Nelle prime edizioni della Run 5,30 c’erano 3 donne per 7 uomini. All’alba del 2021 il rapporto si è completamente ribaltato, ci sono 7 donne per 3 uomini.

Qualche gruppetto, mentre operai lavorano per mettere in sicurezza il Nettuno e per riportare il cinema di notte in Piazza Maggiore, si ferma a fare quattro chiacchiere, dopo la sgambata, sul sagrato di San Petronio. Completa la sua sgambata anche l’ex premier, Romano Prodi che fu il primo, qualche anno fa, a indicare Piazza Maggiore come luogo naturale per la partenza e il ritrovo, dopo i primi anni in Piazza del Baraccano e poi Piazza Santo Stefano.

“Bologna a quest’ora è bellissima - dice Prodi -. L’abbiamo fatta nel rispetto delle regole. Correndo e salutandoci a distanza. Spero che questa gara sia un ulteriore segnale di ripartenza. L’economia sta ripartendo. Continuando con le vaccinazioni possiamo pensare di lasciarci alle spalle il Covid. E’ un buon momento, speriamo che continui”. Guarda al futuro, Prodi. “Intanto è bello esserci perché le tradizioni, come questa corsa, vanno conservate e tutelate. Speriamo di ritrovarci ancora nel 2022. Ma con la piazza piena, con tanta gente. La Run 5,30 ha il suo fascino. Ma se la piazza è piena di gente sorridente è ancora più bella”.

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