Saputo fa gli straordinari e vuole un finale col botto

Il patron ha trascorso tutta la giornata a Casteldebole con la dirigenza. Ha parlato alla squadra chiedendo il massimo impegno contro la Juventus

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di Massimo Vitali

Saputo stavolta ci tiene molto. E se ci tiene il datore di lavoro, che non è dall’altra parte dell’oceano ma è presente in carne e ossa, e arringa tutti nel pranzo allargato di Casteldebole (presenti tecnici, calciatori e dirigenti al gran completo) con toni decisi e parole non di circostanza, allora c’è la speranza concreta che la sfida di domani notte al Dall’Ara con la Juve non sia, vista da qui, l’ultimo impiccio prima delle vacanze, bensì una partita vera da affrontare col massimo dell’impegno, come se il Bologna si giocasse ancora qualcosa.

E’ questo che ha chiesto ieri Joey parlando alla squadra attorno alle 14, in coda all’allenamento del mattino, nel cuore di una giornata che lo ha visto quasi aprire il centro tecnico di Casteldebole intorno alle 9 e chiuderlo alle 18 dopo una full-immersion con tutte le componenti del club. Saputo rimarrà in città fino a metà della prossima settimana e dunque avrà tutto il tempo per affrontare i temi legati alla riconferma di Mihajlovic, ai piani per il futuro e all’operazione Dall’Ara (con annesso stadio temporaneo). Prima di tutto, però, c’è la Juve, club con il quale il Bologna a trazione canadese coltiva ottimi rapporti, ma che a Saputo sul campo ha dato quasi solo dispiaceri. Fa eccezione lo 0-0 datato 19 febbraio 2016, all’apice del momento migliore del Bologna di Donadoni, che quella notte al Dall’Ara inchiodò la Signora al pari, per la gioia dello stesso azionista di maggioranza, festante in tribuna.

Prima e dopo, però, per il Bologna di Saputo (nella foto Schicchi) il piatto con i bianconeri ha sempre versato lacrime amare: ben 11 le sconfitte (compreso un ko in Coppa Italia) e mai l’ombra di un successo. Sperare di farcela proprio domani è forse chiedere troppo a questo Bologna. Chiedere però di non consegnarsi a una prestazione arrendevole, avendo gli occhi di tutta l’Italia calcistica puntati addosso, è il minimo sindacale.

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