Vacchetti: "Senza il Civ il Progresso è finito"

La presidentessa spiega la scomparsa dello storico club femminile: "La pandemia ci ha tolto troppo e Gianfranco non si può sostituire"

Migration

di Filippo Mazzoni

Si chiudono sessant’anni di storia del basket rosa di Bologna, si chiude definitivamente quella che in prima persona o per sua emanazione era stata l’esperienza più lunga a livello dirigenziale nel basket, ma in generale sportiva. Il Progresso Bologna, formazione femminile, ha infatti deciso di chiudere l’attività, con grandissimo rammarico della sua presidentessa, Valeria Vacchetti. Il basket femminile a Bologna è nato e si è sviluppato nel lontano 1963 per opera di Gianfranco Civolani istrionico giornalista che aveva fatto della pallacanestro in rosa la sua grande passione. Allora fu la Libertas, con il ricordo sempre nel cuore delle sue ragazze del 1973 terze in campionato, massimo risultato fino a quest’anno raggiunto, poi dal 2006 il Civ e la sua dirigenza passò a guidare il Progresso, sezione dell’omonima polisportiva femminile di Castel Maggiore, spostandolo a Bologna ma mantenendo la stessa denominazione. Sono stati anni importanti in cui il Civ ha guidato le proprie giocatrici fino alla doppia promozione in A1, campionato per altro mai giocato anche a causa della scarsa risposta della città. Dal 2019 dopo la scomparsa del Civ, la cabina di comando passò alla sua vice Valeria Vacchetti: 2 campionati di B, uno di C con nel mezzo anche il Covid e quest’anno la decisione dolorosa ma inevitabile di lasciare. "Purtroppo senza il Civ non ha più senso andare avanti – conferma Vacchetti – ormai sono molte più le fatiche che le gioie, se poi a questo aggiungiamo i problemi oggettivi derivanti dal Covid allora emergono i motivi della nostra dolorosa scelta".

Vacchetti, ci ha provato fino alla fine a portare avanti questa tradizione del Civ.

"Ho dato tutta me stessa, ci ho provato, ma adesso non ha più senso. Ho avuto questa eredità dal Civ, ma sono diversa da lui: tutti i gironi andava a vedere gli allenamenti di quella che era ’la sua squadra’ per me non è così, eppure ci ho provato facendo per 2 anni la B e quest’anno la C ma è stato difficile e faticoso".

Una decisione dolorosa.

"C’è grande tristezza ma credo che sia il momento giusto per farlo".

E la pandemida ha forse data la mazzata finale.

"Sono stati anni difficili, io ho provato a tenere botta, spinta proprio dalla possibilità che altri aiutassero, ma alla fine mi sono trovata da sola, con tante responsabilità e un gran fatica, non potevo andare avanti così".

Eppure come giocatrice, allenatrice, dirigente e poi nell’ultimo periodo come presidente il suo impegno non è mai mancato.

"Prima era una fatica che facevo e dividevo con il Civ: parlavamo, discutevamo, tutto questo aveva un senso, adesso non più. Nel basket come nella vita c’è bisogno di progetti e di guardare avanti; ripeto con grandissima tristezza ma credo sia momento giusto".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro