Virtus, falsa partenza: Milano vince gara-1

Alla Segafredo Arena una V nera brutta e nervosa cede all’Olimpia. Inutile la grande reazione nell’ultimo quarto. Domani si replica

Migration

VIRTUS

62

OLIMPIA MILANO

66

SEGAFREDO : Hackett 6, Teodosic 16, Weems, Shengelia 11, Jaiteh 3, Cordinier 4, Sampson 9, Belinelli 7, Pajola, Alibegovic 4, Tessitori 2, Mannion ne. All. Scariolo.

ARMANI MILANO: Rodriguez 7, Shields 18, Datome 13, Bentil 5, Hines 10, Melli 5, Hall 6, Ricci 2, Baldasso, Grant, Biligha ne, Alviti ne. All. Messina.

Arbitri: Ryzhyk, Begnis, Sahin.

Note: parziali 10-13; 27-28; 40-50. Tiri da due: Virtus 1844; Olimpia 2248. Tiri da tre: 522; 323. Tiri liberi: 1118; 1320. Rimbalzi: 41; 50

di Alessandro Gallo

Dopo sedici vittorie consecutive nei playoff – compresa la cavalcata del 2021 – la Virtus cade in casa, all’esordio di una finale scudetto che ha tutti i connotati della battaglia. Nessun salvatore della patria, nessuno che trovi continuità in un match caldo.

Fatale, in una gara all’insegna dell’equilibrio, con entrambe le squadre che faticano a trovare la via del canestro, il terzo quarto. Grazie a un parziale di 0-11 l’Olimpia passa dal 32-34 al 32-45. Il match diventa una montagna impossibile da scalare per Bologna, anche perché l’attacco proprio non gira.

La Virtus in un sussulto d’orgoglio si porta sul -2, 57-59 quando ci sono ancora più di tre minti di gioco. Ci sarebbe anche la possibilità di pareggiare perché Hackett ha nelle mani due tiri liberi. Ma le conclusioni di Daniel scheggiano il ferro, persa quell’occasione la Virtus non riesce più a ribaltare l’inerzia.

Ci sarebbe ancora una tripla di Teodosic per un nuovo -2 sul 62-64, ma è troppo tardi per una Virtus che fatica troppo in attacco e subisce in determinati frangenti Hines (all’inizio), poi Shields e Datome.

E prima? Al pronti e via: si gira subito la caviglia (destra) di Milos Teodosic. Sono trascorsi solo 78 secondi dalla palla a due: la finale è già difficile. Ma un segnale lo dà proprio Milos che, trascorsi tre minuti a massaggiarsi, chiede di rientrare in campo, accolto da un’ovazione.

Pochi canestri, tanti contatti e pure qualche decisione arbitrale discutibile: clamorooso che la terna non sia andata nemmeno a vedere una trattenuta di Melli su Shengelia che aveva tutte le caratteristiche per un fallo antisportivo. Milano tocca il massimo vantaggio sul 14-19, canestro dell’ex capitano Pippo Ricci. Poi, appunto, il terzo quarto: la Virtus non trova il suo equilibrio, Milano sta meglio e decolla..

Chiusura con Pier Ferdinando Casini, a colazione con la presidente della Georgia Salomè Zourabichvili. I due hanno parlato al telefono con Shengelia. Domani si torna in campo, sempre alla Segafredo Arena: i campioni d’Italia fallito l’approccio sono già con le spalle al muro.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro