Cesena, John Aiello ora esce allo scoperto: "Con Melby in società siamo più forti"

Il presidente fa chiarezza: "Mike era già nel board, non abbiamo detto nulla per non turbare la squadra. Siamo amici, lavoreremo bene"

Cesena, John Aiello ora esce allo scoperto: "Con Melby in società siamo più forti"

Cesena, John Aiello ora esce allo scoperto: "Con Melby in società siamo più forti"

"Noi non siamo americani, siamo italoamericani innamorati del Cesena e quando lavoriamo in silenzio lo facciamo sempre per il bene della nostra squadra". Dopo settimane di silenzio e nel bel mezzo della rivoluzione societaria con Mike Melby che ora ha la maggioranza delle quote del Cavalluccio, il presidente John Aiello fa un po’ di chiarezza.

Presidente, come procede la costruzione di società e squadra in vista del ritorno in B?

"Ci eravamo dati tre obiettivi: aumentare gli investitori, assumere un direttore generale ed ingaggiare un nuovo allenatore. Il primo obiettivo lo abbiamo centrato, al secondo siamo ad un passo, mentre per il terzo stiamo valutando".

Capitolo investitori.

"Partiamo da un dato: nel calcio soldi non se ne guadagnano, quindi il guadagno di un club deve essere quello di non avere debiti che sono un cancro per una società e il Cesena di debiti non ne ha. Il campionato di B è più impegnativo e costoso, per cui noi abbiamo tirato fuori più soldi e anche Mike Melby, bravo a raccogliere fondi, ne ha raccolti di più. Mike era già entrato nel nostro board, ma non abbiamo comunicato nulla per non turbare il cammino della squadra nel campionato passato".

Ora ha la maggioranza delle quote di Jrl e quindi del Cesena...

"Sì ma questo ha un’importanza irrilevante quando si trovano di fronte persone che vanno d’accordo ed hanno a cuore le sorti del Cesena".

Vale a dire?

"Che i club sportivi italiani, e non solo quelli di calcio, sono abituati ad un presidente e proprietario unico che comanda. Noi americani invece siamo abituati a gestire i club professionistici in modo diverso. Secondo noi alla lunga l’uomo solo al comando è destinato al fallimento, mentre noi siamo abituati a creare una squadra con compiti e competenze specifiche, lavorando in amicizia e in armonia. A noi non interessano qualifiche, l’importante è andare d’accordo e decidere insieme".

Da quando conosce Mike Melby?

"Ci siamo conosciuti circa due anni fa. Mi ha chiamato perché voleva investire nel calcio. Abbiamo cominciato a sentirci, siamo diventati amici e voleva entrare con una piccola quota ma non finché c’era Lewis in società. Poi è subito entrato con una piccola quota ed ha dato dimostrazione di essere molto bravo ed una persona seria e di fiducia".

Nel board avete ambiti d’influenza differenti però?

"Io mi occupo della parte sportiva, ovviamente insieme a Fabio Artico. Mio fratello Michael si occupa degli sponsor, Mike Melby ha il compito di portare nuovi investitori, Peter Ciaccia guarda la parte finanziaria, mentre Anthony Scotto è dentro al settore food and beverage. Fra di noi non ci sono polemiche, non esiste confusione o sovrapposizione, siamo amici e lavoriamo con il cuore come una famiglia".

Questione direttore generale. "Mi lasci dire che l’anno scorso abbiamo fatto una cosa incredibile: siamo riusciti a vincere il campionato senza avere un direttore generale. Oltre a Fabio Artico, voglio ringraziare Marco Valentini per il grande lavoro che ha fatto. Al momento siamo vicini ad ingaggiare Corrado Di Taranto, ma non è ancora ufficiale anche se siamo molto ottimisti per la chiusura".

E l’allenatore?

"Stiamo valutando. Sbagliare l’allenatore sarebbe un errore gravissimo, è la figura più importante della squadra".

Perché non è rimasto Toscano?

"Mimmo lo abbiamo scelto Agostini ed io perché per la C era uno dei migliori. Ora in B abbiamo un altro obiettivo: salvarci e fare bene. Cercheremo di consolidarci e poi fra due-tre anni faremo il punto della situazione. Secondo me possiamo ripetere il cammino fatto dal Catanzaro che l’anno scorso era una neo promossa".

E la squadra?

"Deciderà l’allenatore insieme a Fabio Artico. Diciamo che potremmo acquistare sette-otto giocatori, non dobbiamo cambiare troppo. Ma sicuramente non venderemo nessuno dei nostri fantastici giovani che sono stati e saranno fondamentali".

E se qualcuno dovesse avere poco spazio?

"Lo manderemo a giocare. Magari in qualche società amica come Triestina e Campobasso, gestite da americani, perché altri americani hanno aiutato noi ed io voglio dare una mano ad altri proprietari. E a questo proposito vorrei ricordare un qualcosa che mi emoziona..."

Cosa?

"Edoardo Pierozzi, l’uomo che contro il Pescara ha segnato il gol della matematica promozione, era in prestito dalla Fiorentina grazie a Joe Barone che ce lo aveva dato. Credo che il quel gol ci sia stata anche la sua mano".

Stefano Benzoni