Clochard non vaccinati, l’80% manca all’appello

L’assessora Labruzzo: "Sensibilizziamo chi transita nei nostri centri sociali. Dall’Ausl nessun via libera all’immunizzazione. Ma lavoriamo per essere pronti"

Migration

di Luca Ravaglia

I pomeriggi di luglio sono caldi e lunghi, soprattutto per chi aspetta. Tempi migliori, documenti timbrati che possano aprire le porte di una vita nuova in un mondo nuovo, o magari anche semplicemente una dose di vaccino anti covid, come quelle che la Regione Emilia Romagna si appresta a mettere a disposizione di chi nel nostro territorio ci vive senza fissa dimora o nel limbo dettato dalla condizione dei richiedenti asilo.

Al centro accoglienza recentemente aperto nei locali dell’ex Roverella ci sono le tv accese e le carte da ramino servite su uno dei tavoli esterni. Tra poco gli operatori serviranno la merenda e, dovesse venir voglia, ci sono pure il biliardino e un tavolo da ping pong. Ci si conosce tutti, ma si parla poco, ognuno assorto nei suoi pensieri. Lo stesso vale per le strutture che ospitano gli stranieri arrivati qui sperando di ricevere asilo: lezioni di italiano, cuffie nelle orecchie o attività comuni. Per tenere la mente occupata. E allora capita anche di pensare alla pandemia che ha rivoluzionato il mondo, lasciando solo apparentemente immutato l’universo di chi vive lontano dagli occhi dei più. Tra loro c’è chi del virus se ne infischia, chi è troppo giovane e con troppe cicatrici scavate nell’anima per preoccuparsi di minuscole particelle che fluttuano nell’aria e chi invece la lotta al coronavirus vuole combatterla – e vincerla – in prima persona, usufruendo della principale arma disponibile: il siero. "Circa il 20% delle persone che transitano dia nostri centri – spiega l’assessora ai servizi sociali Carmelina Labruzzo –, è già stato vaccinato perché è rientrato nei normali canali creati nei momenti della formazione delle liste in base alle fasce di età. È un numero significativo, che però ovviamente non basta. Per questo i nostri operatori si sono già attivati per sensibilizzare le persone invitandole ad approfittare di questa possibilità. Ovviamente non ci sono obblighi, ma è importante diffondere la consapevolezza dell’importanza di vaccinarsi".

Labruzzo precisa però che al momento non è ancora arrivato il via libera ufficiale da parte dell’Ausl: "Lavoriamo per non perdere tempo e farci trovare immediatamente pronti. La Regione ha assunto una validissima iniziativa, encomiabile da più punti di vista, a partire dal fatto che anche chi è senza fissa dimora o richiede asilo è una persona e in quanto tale ha gli stessi diritti di tutti gli altri. Banale? Niente affatto, purtroppo. Dopo di che entra in ballo la protezione della comunità: stiamo parlando di uomini e donne che si muovono frequentemente, spesso anche da una città all’altra e nella maggior parte dei casi utilizzando mezzi pubblici. Mettere in sicurezza loro è imprescindibile per estendere la protezione".

Mentre il ‘censimento ‘ prosegue, le sensazioni sono incoraggianti: "In passato non abbiamo mai registrato particolari opposizioni all’utilizzo delle norme anti covid, compresi i tamponi ai quali qualcuno si è dovuto sottoporre più e più volte. In inverno la situazione epidemiologica globale era molto critica e pure le nostre strutture ne hanno risentito, compresi ovviamente i loro ospiti. Certi centri sono anche stati chiusi per permettere le dovute sanificazioni: conto che l’auspicio di tutti sia quello di non ripiombare in situazioni analoghe".