"Dipendenti merce rara Gli hotel se li rubano"

"Si guadagna tra 1.600 e 1800 euro al mese, ma non è come vent’anni fa, la crisi riguarda tutti"

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di Annamaria Senni

Leandro Pasini, presidente degli albergatori di Cesenatico Ass Adac Federalberghi, come procede la difficoltosa ricerca di personale per la stagione?

"Non si trova. E non si trova né tra gli italiani né tra gli stranieri. Né tra i giovani e nemmeno tra i meno giovani. Quel poco personale che si trova, a volte, non arriva a fine stagione e passa con un’estrema facilità da un’azienda a un’altra. C’è un continuo mercanteggiare: se uno offre di più, ‘sottrae’ il dipendente al collega".

E come riuscite voi albergatori a far fronte al problema?

"Cesenatico ha molti piccoli alberghi a conduzione familiare e lì si stanno facendo in quattro, costretti a turni massacranti. Il titolare di un albergo e i suoi familiari fanno doppi e tripli turni. Per le aziende più grandi è un vero problema e talvolta si è costretti a rinunciare ad alcune prenotazioni. E pensare che il turismo in Riviera è ripartito alla grande".

Ma quali sono le caratteristiche che cercate in un dipendente?

"Siamo davvero poco esigenti, ma non troviamo nemmeno personale poco esperto".

Tutte le strutture cercano?

"Tra le 300 strutture ricettive di Cesenatico, sono tantissimi a cercare personale, potrei azzardare dicendo che è difficile trovare un albergo con i collaboratori al completo".

Senta, ma perché non si trova personale? Non è che gli stipendi sono troppo bassi e le condizioni contrattuali non ottimali?

"Gli stipendi aumentano di anno in anno. Si guadagna bene: tra i 1.600 e i 1.800 euro al mese per otto ore al giorno. Se poi la gente si aspetta di tornare all’idillio di 20 o 30 anni fa, allora non ha capito che i tempi sono cambiati, e la crisi riguarda tutti".

Il giorno di riposo settimanale viene rispettato?

"In linea di massima sì. Chi non riesce tende a proporre ai dipendenti delle mezze giornate libere, anche se non è contemplato".

E il lavoro nero negli alberghi c’è?

"Mi risulta che siano i dipendenti a richiedere talvolta di non essere messi in regola, per continuare a godere di situazioni vantaggiose come il reddito di cittadinanza. Ci sono molte più strutture in regola di quel che si pensa. L’idea del datore di lavoro ‘sfruttatore’ è un’idea sbagliata".