Dopo una stagione invernale da tutto esaurito, con 7mila biglietti venduti e 42 sold out in tutta Italia, il suo spettacolo sta continuando a sbancare i botteghini. Il segreto di questo successo? "Non le ho la minima idea! - risponde ironicamente -. Finché dura, per scaramanzia non mi faccio domande!". Lui è Luca Ravenna, comico milanese tra i nomi più apprezzati della stand-up comedy italiana, noto anche al pubblico del piccolo schermo per avere partecipato alla prima stagione di ‘Lol’ e conduttore, insieme a Edoardo Ferrario, di ‘Cachemire’, uno dei podcast più ascoltati del momento. Domani alle 21 fa tappa a Cesena, al Teatro Bonci, con il suo ‘Red Sox’: uno show che strizza l’occhio alla cultura americana per andare quindi a indagare l’italianità, in tutti i suoi vizi e le sue virtù. Gli ultimi biglietti sono disponibili su Ticketone.
Come nasce Red Sox?
"Nasce da un viaggio in America. L’estate scorsa sono stato a New York e poi nel New England, in particolare a Boston, una città che mi affascina molto: sono andato là con l’idea di scrivere uno spettacolo. Volevo fare un po’ come i musicisti, che si ritirano in luoghi come la Cornovaglia quando devono comporre un album. L’unico problema è che io non sono un musicista e infatti le cose sono avvenute diversamente. Molti spunti sono nati in viaggio, altri sono venuti dopo: al debutto dello spettacolo sul palco, alla gente è piaciuto. Ho quindi deciso di seguire il flusso del work in progress".
È uno show in divenire?
"Sì, i pezzi dello spettacolo cambiano in continuazione, parto da un’idea e poi mi trovo a raccontare tutt’altro, anche tanti episodi autobiografici: la mia esperienza recente in America, ma anche le differenze regionali del nostro Paese. E poi dei temi che non sono più affrontati dalle giovani generazioni, come il romanticismo e l’amore".
Porta quindi un pezzo di sé, sul palco?
"Nella comicità trovo più divertente l’autobiografismo. È anche più corretto, questo prendersi gioco delle debolezze che qualcuno nel pubblico sicuramente ha, o ha vissuto, parlando di se stessi. Con questo espediente, posso affrontare anche i tre grandi tabù italiani".
Vale a dire?
"La droga, le raccomandazioni e la blasfemia".
Tutte cose, immaginiamo, che ha testato sulla sua pelle?
"Lo ha detto lei, ragionando per sillogismo! (ride, ndr)".
Dai teatri alla tv, passando per i podcast: un ambito che ancora le manca e che vorrebbe esplorare?
"OnlyFans è il mio prossimo obiettivo!".
Dice sul serio?
"No, scherzo. Mi piacerebbe molto provare a scrivere. Non un libro - credo che sia la cosa più ardita che un artista possa fare -, ma un film. Ho studiato cinema, ho fatto per un po’ anche lo sceneggiatore e l’autore televisivo: mi piacerebbe andare a esplorare la settima arte".
Carlotta Benini