
di Simone Arminio
"Ma quale festa! Era un ritrovo tra dieci persone, per di più all’aperto. Vuole qualcosa di simile a una festa? Venga all’entrata e all’uscita da scuola: lì sì che sembriamo in discoteca...".
Leonardo, studente del Righi, 18 anni, era alla famosa serata che ha causato la quarantena di una classe del Righi e una dell’Ilaria Alpi e non ci sta che lui e i suoi amici passino per degli untori o degli sconsiderati. Ecco la sua versione dei fatti.
Leonardo, dove eravate?
"In una proprietà privata, all’aperto, a chiacchierare, ed eravamo in dieci persone, forse undici".
Niente musica?
"In queste ore ho letto di tutto: festa privata, serata da ballo, discoteca. Ma le pare? Eravamo sul terrazzo di un’abitazione: se avessimo messo la musica e ci fossimo messi a ballare sarebbe giustamente arrivata la municipale in un minuto. Ma poi, scusi: a ballare in dieci?".
Un po’ inverosimile.
"Eh, un po’".
Perché eravate lì?
"Ci siamo visti sabato scorso per un dopocena tranquillo prima di ricominciare la scuola".
Ha contato gli starnuti?
"Neanche uno. Stavamo tutti benissimo, altrimenti non ci saremmo neppure visti. Siamo maggiorenni, nessuno di noi si è mai sognato di sottovalutare un pericolo come il coronavirus, e questo lo abbiamo dimostrato".
In che modo?
"Le racconto com’è andata. Ci siamo visti in dieci, siamo stati insieme, non al chiuso, cercando di stare distanziati. Poi la sera dopo, domenica, una ragazza che era presente ha sentito i sintomi dell’influenza e la mattina dopo non si è presentata a scuola per non rischiare di contagiare altri. Ha fatto il tampone, risultato positivo, e a quel punto ci ha avvertiti tutti. Quindi tutti noi, senza che nessuno ce lo dicesse, ci siamo messi in isolamento. Ed è successo ben prima che ci chiamasse l’Ausl".
Ora come state?
"Abbiamo fatto il tampone e uno solo di noi, un ragazzo del Righi, è risultato positivo. Nel frattempo, a sua volta, l’intera classe, avvertita da lui, si è messa in autoisolamento, anche stavolta senza che nessuno glielo dicesse: per senso etico".
Fino a quando vi toccherà stare in casa?
"Fino al 30 settembre. Nel frattempo io ho chiamato il Ministero della Salute, gli ho descritto la serata e loro stessi mi hanno tranquillizzato: nelle condizioni descritte, all’aperto, e in così pochi, è difficile che il virus ci abbia infettato tutti".
Si annoierà: la scuola era appena ricominciata.
"Ci tocca un nuovo sacrificio, per il bene di tutti. Devo dirle, però, che fare lezione senza banco (io ero uno di quelli a cui è capitato) non è esattamente agevole. E poi il metro di distanza non è sempre facile da mantenere, soprattutto all’entrata e all’uscita da scuola. Ecco, in quei momenti sì che sembra Milano Marittima".