
Contro di lui pendevano accuse gravissime: violenza sessuale, per alcune presunte effusioni scambiate con un 17enne e un 14enne, e adescamento di minori sul web. Un ex bidello riminese di 39 anni ora ha però chiuso definitivamente conti in sospeso con la giustizia, affermando la propria innocenza. L’uomo ha ottenuto una piena assoluzione in tutti e tre i processi che lo vedevano alla sbarra: l’ultimo - quello relativo alla violenza sessuale, che era stato ‘scorporato’ dalla Corte di Cassazione dopo una iniziale sentenza di condanna - si è concluso proprio nei giorni scorsi davanti ai giudici della Corte d’Appello di Bologna.
"Adesso - spiega l’avvocato della difesa, Massimiliano Orrù - si apre la strada di un’istanza volta ad ottenere un risarcimento per ingiusta detenzione. Il mio cliente, infatti, ha trascorso quasi un anno tra carcere e domiciliari a seguito delle indagini che lo hanno visto implicato".
Tutto era partito nel marzo del 2018 da una denuncia presentata dai genitori di un ragazzo non ancora maggiorenne, i quali sostenevano di aver trovato sul cellulare del figlio delle foto e dei video a sfondo erotico. La squadra mobile di Forlì aveva messo in moto le indagini, con tanto di intercettazioni ambientali che avevano condotto gli inquirenti fino all’ex bidello riminese. Secondo la ricostruzione dei poliziotti, l’uomo si sarebbe presentato in rete come un esperto nel montaggio di video musicali, entrando così in contatto con giovani interessati a diventare famosi su YouTube e ad aumentare i loro ‘follower’ sul web, ai quali avrebbe promesso di dare una mano. I ragazzi adescati, secondo l’accusa, erano residenti in paesi della valle del Rubicone e a Cesenatico. Nei confronti dell’ex bidello riminese erano state formulate due ipotesi di reato: quella di violenza sessuale, per due episodi riferiti ad un 17enne e ad un 14enne, e quella di adescamento di minori, in concorso con la moglie. Per quanto riguarda l’adescamento, i coniugi erano stati assolti, in rito abbreviato, dal giudice monocratico di Rimini nell’ottobre del 2022.
Dopo un’iniziale condanna in primo grado successivamente confermata in Appello, la Corte di Cassazione ha invece chiesto una revisione e uno scorporamento del processo per violenza sessuale: si sono così svolte delle nuove udienza, davanti ai giudici del tribunale di Forlì e della Corte d’Appello di Bologna, concluse in entrambi i casi con sentenze di assoluzione.