ANTONELLA MARCHIONNI
Cronaca

Ondata di solidarietà per la prof Drago. Ma lei in aula disse: "Scusate, sono orientata"

Il caso della lezione a poche ore dal voto sul referendum, secondo alcuni alunni sarebbe stata caratterizzata da toni faziosi. I colleghi: "Passa per indottrinamento un’attività di formazione approvata dal dirigente". Cento firme per sostenerla. Con lei diversi studenti

La professoressa Simonetta Drago

La professoressa Simonetta Drago

Una raccolta di firme, circa cento al momento, per esprimere solidarietà nei confronti della prof del Mamiani, finita al centro delle polemiche dopo una lezione tenuta agli allievi a poche ore dal voto referendario che, secondo quanto segnalato da alcuni studenti, sarebbe stata caratterizzata da toni faziosi e politicamente orientati, con il rischio di condizionare il voto degli alunni maggiorenni.

"I docenti del liceo Mamiani esprimono solidarietà e sconcerto riguardo a quanto accaduto alla collega Simonetta Drago, da tutti stimata, in quanto viene stigmatizzata come indottrinamento un’attività di formazione approvata dal dirigente e condivisa e che rientra a pieno titolo nella disciplina di educazione civica". È quanto inviato, con mail, da un’altra docente dell’istituto, a sostegno della collega Simonetta Drago.

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E anche sui social si è aperto il dibattito tra chi sostiene le opposte tesi in gioco. Diverse le adesioni da parte di studenti al suo operato. La lezione della discordia è stata tenuta dalla docente, nonché consigliera comunale del Pd, l’ultimo giorno di scuola al Liceo Mamiani e aveva per oggetto il referendum abrogativo. Il centrodestra ha chiesto le dimissioni della professoressa Simonetta Drago dal consiglio e dalla Commissione Politiche Educative, annunciando anche una segnalazione all’Ufficio scolastico regionale per valutare eventuali provvedimenti disciplinari. Tra i passaggi della lezione ‘incriminata’ alcune riflessioni della docente in merito al quesito referendario inerente la richiesta di cittadinanza.

La docente, comunque, ha detto: "Mi accorgo, scusate, che sono di nuovo orientata però non ce la faccio, mi viene", ha ammesso durante la spiegazione in cui ha cercato di far capire quali stranieri avrebbero beneficiato della riduzione degli anni per la cittadinanza e quali no. "Sarà capitato anche a voi la sera di passare in stazione e di guardarvi un po’ le spalle. Purtroppo, Pesaro è anche un luogo di spaccio e spesso in questo sono coinvolte anche persone straniere. Quelle persone lì, secondo voi, le facilitiamo in qualche modo facendo passare da dieci a cinque gli anni per chiedere la cittadinanza? Quali requisiti mancheranno a queste persone? La fedina penale pulita? Ma mettiamo che non li hanno mai beccati, che sono stati fortunati. La residenza? Ma forse hanno anche la residenza. Ma possono dimostrare di avere uno stipendio sul quale pagano le tasse? Se io prendo soldi dallo spaccio ragazzi, non è che ci pago le tasse. Quindi questa norma va a coprire tutte quelle persone onestissime che sono venute qua in Italia e senza le quali… anche qui mi accorgo, scusate (ecco il passo, ndr), che sono di nuovo orientata però non ce la faccio, mi viene". La prof si riferisce, a titolo di esempio, ai "lavoratori stranieri delle nostre imprese dell’edilizia, che fanno i lavori sotto il sole, gli asfalti" e chiede agli studenti "Quante persone italiane vedete? La maggior parte sono stranieri che vanno a ricoprire spesso lavori. È gente che si spacca la schiena dalla mattina alla sera e su quei lavori paga le tasse e sta contribuendo a pagare le nostre pensioni. Scusatemi, se qualcuno vuol intervenire...", ha poi concluso ai ragazzi.