
Il liceo Mamiani di Pesaro finito al centro delle polemiche e la prof Simonetta Drago
Pesaro, 14 giugno 2025 – Solidarietà alla prof, Pd defilato: il caso Mamiani scalda il dibattito politico ma non smuove i Dem. Piovono attestati di stima per la professoressa e consigliera comunale Pd Simonetta Drago, finita nella bufera dopo la segnalazione di alcuni studenti del liceo Mamiani, che al Carlino hanno definito “faziosa” una sua lezione sul referendum, tenuta a ridosso dell’apertura dei seggi. Ma mentre cresce il sostegno attorno alla docente, il Pd pesarese sceglie di restare defilato, evitando prese di posizione ufficiali persino dopo la richiesta di dimissioni avanzata dal centrodestra e un intervento in Parlamento da parte della deputata Giorgia Latini (Lega), che l’ha definito “fatto gravissimo”.
“Non abbiamo preso posizione – dice il segretario provinciale Giampiero Bellucci da noi contattato per chiedere se ci fosse, da parte Dem, una linea ufficiale – perché è una questione tutta scolastica. Questa situazione mi addolora, ma non la devo difendere io che sono il segretario del Pd. Né il partito”. Tra le prime voci a sostegno, quella del consigliere del Movimento 5 Stelle Lorenzo Lugli, che in una nota pubblica ha voluto esprimere gratitudine nei confronti dell’operato della docente. “Grazie, Simonetta per averci ricordato che insegnare è anche un atto di coraggio”. Anche il presidente della Provincia Giuseppe Paolini e il consigliere provinciale Oriano Giovanelli hanno espresso il proprio sostegno. “Ribadiamo l’importanza dell’autonomia didattica – segnala Paolini -: l’articolo 33 della Costituzione sancisce la libertà di insegnamento, diritto fondamentale che va garantito e tutelato. Per questo stigmatizzo ogni tentativo pretestuoso finalizzato a ridurre gli spazi democratici e di libero confronto, anche tra posizioni differenti, all’interno dell’educazione civica e delle scuole”.
Sulla questione interviene anche il consigliere provinciale Giovanelli: “Totale apprezzamento e solidarietà alla docente del Mamiani che non conosco personalmente. Gli insegnanti, troppi se lo scordano, sono educatori. E di educazione alla democrazia e alla partecipazione alla vita civica c’è un immenso bisogno”. Anche alcuni alunni che hanno assistito alla lezione hanno espresso la propria vicinanza con una lettera firmata in cui si chiede di non citare il mittente (stessa richiesta avanzata dagli studenti che hanno fatto la segnalazione) ma nella quale si chiede di riportare il riferimento ai firmatari “classi 4A e 4B, non tutti gli studenti hanno aderito mentre quelli della classe 5B sì”.
“Dissentiamo da quello che è stato detto da alcuni nostri compagni – si legge -. Non ci siamo assolutamente sentiti costretti a parteciparvi, poiché ci è stata presentata come una lezione facoltativa. Non abbiamo percepito alcun segno di indottrinamento politico. Nessuno di noi si è sentito obbligato o influenzato dalla professoressa nella propria scelta. Ogniqualvolta, inevitabilmente, potesse essere emersa la sua posizione, lei ha sempre tenuto a non farla passare come la verità assoluta”. Solidarietà anche dalle insegnanti che hanno raccolto un centinaio di firme a corredo di una lettera di stima.