ANNAMARIA SENNI
Cronaca

Nuove assunzioni in crescita. Il 77% a tempo determinato

Previsioni occupazionali della Camera di commercio nel trimestre estivo trainate dai settori del turismo, della ristorazione e del commercio .

Nuovi ingressi al lavoro nel settore della ristorazione (repertorio)

Nuovi ingressi al lavoro nel settore della ristorazione (repertorio)

Si avvicina il pieno della stagione turistica e i dati occupazionali in Romagna continuano ad essere positivi. Lo certifica l’analisi della Camera di commercio riferita agli ingressi previsti (entrate per assunzioni a tempo indeterminato e determinato e per attivazioni di forme di lavoro flessibile) nelle province di Forlì-Cesena e Rimini, per il trimestre giugno-agosto 2025. Il numero complessivo delle assunzioni previste è di 36.840. A giugno si prevedono 19.800 assunzioni, di cui 13.580 a Rimini e 6.220 a Forlì-Cesena. Il dato rappresenta il 9,6% degli ingressi previsti in Italia (595.000), incidenza che cresce di 0,4% punti percentuali e ben il 34,5% del dato regionale (57.400 entrate programmate), con + 3,5% rispetto al mese precedente.

Le previsioni occupazionali provinciali diffuse dalla Camera di commercio della Romagna sono elaborate dalle analisi di Excelsior Informa, il Bollettino mensile con orizzonte trimestrale sui fabbisogni occupazionali delle imprese industriali e dei servizi, realizzato da Unioncamere, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e dalle Camere di commercio italiane.

Puntando l’obiettivo sulla provincia di Forlì-Cesena, l’analisi della Camera di commercio prevede 13.500 assunzioni (tempo indeterminato, determinato e forme di lavoro flessibile) per il trimestre giugno-agosto 2025. Per il mese di giugno le entrate previste sono 6.220 e la variazione rispetto allo stesso periodo del 2024 è positiva sia nel mese che nel trimestre (con +760 e +1.840 rispettivamente). Ancora prevalente l’impiego dei contratti a tempo determinato, pari al 77% (-5%).

Per quanto riguarda le entrate nel trimestre, i 5 principali settori di attività, in valore assoluto, risultano i Servizi di alloggio/ristorazione/turismo con 2.150, i Servizi alle persone con 1.190, il Commercio con 950 ingressi previsti, le Costruzioni con 290 e i Servizi operativi di supporto alle imprese e alle persone con 270.

Le entrate previste si concentrano -in crescita- per l’81% nel settore servizi, che comprende commercio, alloggio e ristorazione, servizi alle imprese e alle persone e nel 66% dei casi, in imprese con meno di 50 dipendenti (micro e piccole).

Una quota pari al 34% delle assunzioni previste riguarderà giovani con meno di 30 anni; il 18% delle imprese prevede di assumere personale immigrato.

Nel 55% delle entrate viene richiesta esperienza professionale specifica o nello stesso settore, ma in 48 casi su 100 si prevedono difficoltà a trovare i profili desiderati da parte delle imprese.

L’analisi della Camera di commercio si concentra poi sui tirocini, sottolineando che a livello nazionale cresce l’impegno formativo delle imprese, verso la formazione continua. Nel 2023, ben 748.500 hanno investito in percorsi formativi (+4% rispetto al 2022, +2,8% rispetto al 2021) e anche il numero dei lavoratori coinvolti è cresciuto (del 16,1% rispetto all’anno precedente) a 3.376.600.

I tirocini curriculari ed extra curriculari, invece, sono in lieve flessione con 599.200 attivazioni (-0,66%). L’Italia non ha ancora recuperato i livelli registrati tra il 2009 e il 2011, prima della crisi finanziaria del 2013 e della crisi pandemica del 2020.

È confermata la polarizzazione tra micro e piccole imprese, che presentano una limitata confidenza con la formazione, centrata in prevalenza sull’aggiornamento del personale e su metodologie di affiancamento, e quelle medio grandi, che mostrano maggiore interesse, innovatività didattica e approccio sistemico.

"La carenza inedita di manodopera e il mismatch formativo e professionale – conclude la Camera di commercio – permette di prevedere una possibile crescita dell’investimento formativo delle imprese italiane sia per attrazione e mantenimento dei talenti, che richiedono percorsi di crescita professionale definiti, sia per potenziamento del personale già in forza, nella coscienza che è difficile trovare collaboratori con le medesime competenze nel mercato del lavoro".

re.ce.