Eventi climatici estremi: “Tra alluvione e caldo anomalo è un disastro per l’agricoltura”

Cia Romagna presenta l’Annata Agraria 2023: crollo della produzione in provincia: -80% le ciliegie, -41% le pesche, -51% le pere, -35% le fragole, -15% le susine e -70% per le olive

Alluvione e caldo anomalo: dati disastrosi in agricoltura

Alluvione e caldo anomalo: dati disastrosi in agricoltura

Bologna, 28 novembre 2023 – Il calo delle imprese agricole non si arresta, sfinite da questo ‘anno disastroso’ per l’agricoltura e la frutticoltura. E anche se sul 2023 sta per calare il sipario, i segni lasciati nel settore agricolo sono indelebili. Un settore, che tra alluvione e caldo anomalo, ha patito moltissimo. È Cia Romagna a presentare l’Annata Agraria 2023, e il tema dell’edizione presentata venerdì scorso nel corso dell’annuale convegno è ‘Ricostruiamo il futuro dell’agricoltura romagnola’.

Da anni l’agricoltura sta vivendo una fase drammatica, spiegano da Cia Romagna, e il 2023 è stato paradossale: da un lato l’anomalia delle piogge (con le disastrose alluvioni di maggio e le frane in collina) e gelate primaverili e, dall’altro, siccità e temperature sopra le medie prolungate nel tempo. Alle crisi climatiche e fitosanitarie si aggiungono l’inflazione, gli alti costi di produzione, le tensioni internazionali.

Dal rapporto di Cia emerge che al 30 settembre 2023, in provincia di Forlì-Cesena, l’agricoltura conta 5.970 imprese attive (il 16,7% delle imprese totali provinciali e l’11,5% delle imprese agricole regionali). Rispetto al 30 settembre del 2022 si registra un calo del 3,1% (in Emilia-Romagna il calo è stato del -2,4%, mentre in Italia del -2,7%), che corrisponde, in termini unitari, a -192 imprese agricole. Le imprese femminili agricole sono 1.206 (-49 unità ai 12 mesi precedenti). Si è assistito a un calo (seppur più lieve) anche nelle imprese giovanili agricole che in provincia sono 212 (-6 unità rispetto ai 12 mesi precedenti). Nel 2022 gli occupati in agricoltura in provincia di Forlì-Cesena erano complessivamente 13.258.

Il settore frutticolo è uno di quelli che ha sofferto di più a causa dell’alluvione. Nel 2023 il calo produttivo medio è drastico anche perché, anche a causa degli eventi meteo, interessa praticamente tutte le colture: a Forlì-Cesena crollano in particolare il ciliegio (-80% la produzione, -80% la resa), le pesche (-41% produzione, -34% rese) le nettarine (-34% produzione, -33% rese), le pere (-51% di produzione). Le fragole registrano rese inferiori al 2020 sia in campo sia in serra; la produzione in campo segna -35%; -12% la produzione in serra. Critico anche il susino, con -15% di resa media e -17% di produzione. Per l’albicocco si registra un -3% di produzione.

Questa è stata una delle peggiori annate dell’ultimo decennio anche per l’olivicoltura. Per l’olivo l’attesa è di una campagna con il 70% di prodotto in meno in Romagna in linea con le previsioni a livello regionale: anche nel Cesenate e Forlivese la raccolta di olive è meno di un terzo rispetto al 2022. Un altro settore che ha sofferto è il vitinicolo, anche se il dato complessivo in Romagna sembra essere meno drammatico di quanto preannunciato.

La sofferenza degli impianti per alluvioni e frane c’è stata, in particolare nel Forlivese e Cesenate dove la produzione di uva e di ettolitri di vino ha subito una diminuzione. La produzione media in quintali di uva da vino scende del 4,16%; gli ettolitri calano di circa 8%. La resa media complessiva è in calo del 12% (nei bianchi ad esempio -15% per Trebbiano e Chardonnay; nei rossi -10% per Sangiovese).

Calo, infine, anche nel numero di allevamenti di bovini da carne dove risulta una diminuzione del 9% rispetto al 2022 a Forlì-Cesena .