Sos Appennino, freniamo la grande fuga

La lettera. Risponde il condirettore del Resto del Carlino, Beppe Boni

Bologna, 18 gennaio 2020 - In tv hanno trattato la decadenza dell’artigianato e del commercio nei piccoli paesi e nelle comunità montane (Longarone). Basta recarsi sull’ Appennino tosco-emiliano: la desertificazione è iniziata 20 anni fa. Sono poche le attività nel Pistoiese e nel Bolognese e il 70% degli immobili è in vendita.  Marco Schincaglia, Bologna

risponde il condirettore del Resto del Carlino, Beppe Boni

I piccoli comuni e i borghi ricoprono il 50% del territorio e ospitano 10 milioni di persone, un numero però in calo. Soprattutto l’Appennino, dove non sempre il turismo riesce a far presa, si spopolano, i terreni poco remunerativi vengono abbandonati. Non c’è certo volontà omicida da parte delle istituzioni, eppure sembra che i governi non sappiano dove mettere le mani. I comuni montani non hanno bisogno di elemosina, ma di piani e incentivi che agevolino un turismo alternativo, fatto di vacanze "lente", buona cucina, possibilità di visitare i gioielli nascosti. Ma spesso la burocrazia e un malinteso senso della conservazione ambientale frenano entusiasmi e investimenti.

beppe.boni@ilcarlino.net