Aeroporto e disabili

Disabile, seppur non (ancora?) su sedia a rotelle, giunto all’aeroporto Guglielmo Marconi ho scelto il varco parcheggi con l’indicazione disabili ed ho posteggiato in uno degli appositi stalli nelle vicinanze dell’entrata. Scaricata la valigia per accedere all’autostazione, il conducente dell’auto vicina mi ha fortunatamente spiegato che avrei dovuto andare alla cassa centrale per ritirare il permesso provvisorio (il contrassegno originale servirà per l’auto a noleggio a destino), ed evitare contravvenzioni, se non rimozione. In assenza di indicazioni, ho raggiunto la cassa fra auto posteggiate e corsie di transito. Ho riportato il permesso sul cruscotto della vettura e sono andato in aerostazione. Al ritorno, percorso inverso: all’auto a ritirare il permesso, alla cassa a riconsegnarlo e ritirare lo scontrino, di nuovo all’auto per partire. Non ho contato le centinaia di metri né il tempo per i sei “viaggi”. L’operatore alla cassa, alla mia domanda di delucidazioni ha gentilmente risposto (sic) con una domanda: “Perché non ha parcheggiato al 2 che si trova proprio qui?” Mi chiedo se tutto questo sia il frutto di Intelligenza Artificiale o di una mente umana particolarmente dotata per l’organizzazione. Elio Cordiglieri