Fase 2 previsioni, come sarà la ripartenza delle città di Emilia Romagna e Marche

Lo svela uno studio della società consulenza internazionale Ernst & Young. Ripresa 'frenata' nelle grandi città emiliano-romagnole, lenta o critica a Forlì e nelle Marche

Dipendenti indossano mascherine e guanti a prevenzione della diffusione del Coronavirus

Dipendenti indossano mascherine e guanti a prevenzione della diffusione del Coronavirus

Bologna, 21 aprile 2020 – Sarà una ripartenza "frenata" per Bologna, Modena, Reggio Emilia, Ferrara, Rimini e Ravenna. Le città in questione, pur avendo sistemi di mobilità, reti di telecomunicazioni e di sensori "molto avanzati", pagano infatti gli "alti livelli di contagio, spesso correlati ad elevati livelli di ospedalizzazione e carenza di medici di base sul territorio". A dirlo è uno studio, incentrato sulla ‘fase 2’ post-emergenza Coronavirus, della società di consulenza internazionale Ernst & Young. Il report incrocia gli indicatori di resilienza dello Smart City Index di EY (fattori sanitari, economici e sociali) con i dati del contagio Covid-19. E analizza appunto quanto i capoluoghi italiani siano pronti rimettersi in moto, certificando che per nessuna delle grandi città di Emilia-Romagna e Marche si tratterà di una ripresa "facile".

Leggi anche Conte: "Riaperture dal 4 maggio, ecco come" - Fase 2, come cambierà la nostra vita - App Immuni: come funzionerà il tracciamento dei malati - Virus nell'acqua: domande e risposte

Secondo lo studio, sarà una ripartenza post lockdown 'lenta' anche per Rovigo, città che al pari di Ascoli è caratterizzata da un basso livello di contagio, ma le cui infrastrutture di mobilità e comunicazione “non sono di livello elevato e non consentono grandi prestazioni”. Ripresa 'critica' invece per Forlì, Ancona, Macerata, Pesaro e Fermo perché "accanto a situazioni di contagio molto elevate si abbinano livelli di resilienza molto bassi (reti di trasporto pubblico poco capillari e scarsa presenza del car sharing, limitate coperture Tlc, pochi sensori sul territorio e mancanza di piattaforme e centrali di controllo dove raccogliere i dati)".