CRISTINA DEGLIESPOSTI
Alluvione: un anno dopo

Ultima lite sull’alluvione: scambio di accuse tra i sindaci di sinistra e il viceministro Bignami

A scatenare la bagarre una frase dell’esponente FdI sul rimborso di 6mila euro: “Il Pd continua a fomentare la polemica, se è così siamo pronti a non darli”. De Pascale e Lattuca: “È una minaccia”. La replica: “Speculate sulle disgrazie”

Castelbolognese (Ravenna), 6 giugno 2024 – L’impegno di tutti, in quel maggio 2023, fu di non strumentalizzare la tragedia. Sorrisi, strette di mano e abbracci bipartisan, tra passerelle spesso condivise. È durata poco.

Le montagne di elettrodomestrici fuori uso dopo l’alluvione. Il sindaco di Ravenna Michele de Pascale (a destra) e il viceministro Galeazzo Bignami
Le montagne di elettrodomestrici fuori uso dopo l’alluvione. Il sindaco di Ravenna Michele de Pascale (a destra) e il viceministro Galeazzo Bignami

L’alluvione in Romagna si è presto trasformata nel terreno di scontro politico – e ora elettorale – perfetto. L’ultimo atto della campagna per le amministrative ed europee al vetriolo l’altro giorno, a Castel Bolognese (Ravenna), da dove il viceministro di Fd’I Galeazzo Bignami è tornato a casa incassando dal Pd l’accusa di minacce agli alluvionati. Al centro, ancora una volta, il nodo dei rimborsi dei beni mobili ai privati.

Il fatto

A Castel Bolognese Bignami è intervenuto in un’iniziativa elettorale a sostegno del candidato di centrodestra e il video di quell’evento è presto diventato virale. O meglio, lo è diventato l’indomani, quando a rilanciarlo sono stati alcuni esponenti di vertice del Pd romagnolo – tra tutti il sindaco di Ravenna Michele de Pascale e quello di Cesena Enzo Lattuca – rilanciando un frammento del lungo intervento. "Sono pronti 6mila euro forfettari per qualsiasi cittadino che li voglia chiedere, deve essere varata la norma, ma se ci sono persone dirette o eterodirette dal Pd che vogliono continuare a fare di tutto ciò un’arma di lotta politica glielo diciamo con franchezza, siamo pronti anche a non darli –, ha affermato il viceministro –. Ma parlate con il Pd perché sono loro che stanno fomentando perché quei cittadini non possano averli".

Le reazioni

Il primo ad accendere i riflettori sul video è de Pascale, sottolineando che Bignami è "la decima volta (che annuncia, ndr) un imminente decreto" per i beni mobili e che la somma stavolta non è più "5mila euro come precedentemente annunciato".

Ma de Pascale parla anche di una "tutt’altro che velata minaccia, di non stanziare nemmeno questa cifra palesemente insufficiente se non si interrompono immediatamente le critiche. Mi chiedo se Bignami per i mobili di casa sua abbia speso più o meno di 6mila euro".

Gli fa eco il sindaco di Cesena Lattuca parlando di "affermazioni gravissime che dimostrano ancora una volta la confusione totale tra partito e istituzioni democratiche che affligge gli esponenti di Fratelli d’Italia". Ma lo stesso interessato a stretto giro replica: "Il Pd sta strumentalizzando l’alluvione in una maniera vergognosa" ricordando le "responsabilità gravi sulla pessima cura del territorio" mentre il "Governo ha stanziato 6 miliardi in un anno". Poi il nodo beni mobili, per i quali i dem chiedono di portare i rimborsi a 30mila euro: "Mai per nessun evento calamitoso sono stati dati soldi per i beni mobili. Questa sarebbe la prima volta – sostiene Bignami –. E invece che riconoscere lo sforzo del Governo, lo accusano di prendere in giro le persone dando 6mila euro forfettari. Visto che non vogliamo prendere in giro nessuno, se davvero la pensano così siamo pronti a ritirare la norma e ridiscuterla".

I precedenti

Per la tromba d’aria che spazzò l’Emilia nel 2013 e l’alluvione del gennaio 2014 del Secchia, nel Modenese – dove i danni furono più contenuti rispetto alla calamità romagnola – sono stati disposti risarcimenti ai privati fino a 15mila euro per i beni mobili e fino a 85mila per gli immobili. Per il terremoto de L’Aquila del 2009, invece, il massimale fu diverso: 10mila euro per i beni mobili, di cui hanno beneficiato circa 3mila cittadini.