
Tutte le vite di Serena Grandi: "Sono stata cento donne diverse"
"Sul set Pupi Avati mi ha insegnato a essere ogni volta una donna diversa". Serena Grandi apre uno dei capitoli della sua vita, quello come attrice è sicuramente il più corposo, ma poi c’è anche quello della scrittrice e dell’imprenditrice. Ed ecco che l’incontro di oggi ’La vita è un racconto’, alle 18,45 nel cortile di palazzo Buonaccorsi a Macerata, per la rassegna La Controra è l’occasione per conoscere meglio una donna che il film ’Miranda’ di Tinto Brass nel 1985 aveva portata alla ribalta per la dirompente sensualità.
"Da ogni regista – aggiunge – ho appreso qualcosa. Agli inizi ho preso molto da Florestano Vancini che mi ha diretta nella miniserie televisiva ’Piazza di Spagna’, poi con il tempo sono riuscita ad andare in scena dopo avere fatto un’analisi completa del personaggio, anche grazie allo studio approfondito del metodo Stanislavskij".
Serena Grandi, qual è il film di cui va più fiera?
"Ne ho girati più di cento e tutti sono un po’ come figli".
Però in alcuni casi i registi sono stati dei nomi importanti...
"In effetti ci sono i ’grandi’ come Luigi Magni, Paolo Sorrentino, Stuart Margolin e molti altri".
Essere stata diretta da questi registi ha dimostrato che oltre alla bellezza c’era di più?
"Sì".
Lei guardandosi allo specchio si vedeva così attraente?
"No, in realtà adesso mi vedo più attraente di allora, quando ero una bambolona morbida come una... caramella mou. Ora faccio yoga tutte le sere, scrivo e mi trovo diversa, sono dimagrita, il viso si è assottigliato come un tempo".
Ma è vero che un uomo per fare colpo le ha lasciato una Ferrari sotto casa?
"È vero, aveva un nastro, come un regalo. Non ho nemmeno aperto il biglietto perché non volevo nulla".
Il sogno di fare cinema è un qualcosa che le apparteneva oppure sente ora che fosse più un desiderio irrealizzato di sua madre, notata dal regista Pietro Germi?
"Forse qualche gene c’è. Lei mi disse di essere stata seguita da questo regista, Germi appunto, il quale voleva che avesse una parte nel film ’Il ferroviere’ che avrebbe girato a Rimini dove mia madre lavorava in una gelateria. Il suo sogno era sposarsi e mettere su famiglia, non so nemmeno cosa avrebbe detto nonno di fronte al desiderio della figlia. Io invece a 20 anni sono partita per andare a Roma". E sua madre l’ha sostenuta in questa scelta?
"Non più di tanto. In realtà voleva avermi vicina, forse non ci credeva a questo sogno o aveva paura per me".
Cosa si attende da questo incontro a Macerata?
"Non vedo l’ora, sarò intervistata da Ennio Cavalli il quale ha letto tutto di me e mi ha confidato che gli piace il mio modo di scrivere".
Adesso ha un libro pronto?
"Ho finito un altro giallo scritto a quattro mani con Carloalberto Biazzi".