Fra Emilia e Romagna c'è il derby dei vescovi

di MASSIMO PANDOLFI - Emilia-Romagna, col trattino. Una regione, sì, ma anche due anime. C'è sempre un campanile di mezzo. C'è Imola, a metà del guado,  che geograficamente parlando è emiliana ma si sente romagnola dentro da secoli, ad esempio. Torna il campanilismo ed è curioso scoprire come i protagonisti che suonano campane e grancasse non sono tanto i politici (quelli che volevano la Romagna regione o magari ora chiedono una Provincia unica) e neanche gli ultras del calcio o del basket (vedi la storica rivalità Cesena-Bologna): no, stavolta a muovere la crociata sono addirittura i preti. Direttamente i capi dei preti: i vescovi. Che ci vanno giù pesante, fra l'altro. I sette numeri uno delle diocesi romagnole hanno scritto al ministro alla cultura Dario Franceschini. Ci sono a disposizione 250 milioni di euro di fondi europei (Pnrr) per finanziare la messa in sicurezza delle chiese, 286 luoghi di culto sono stati accontentati in Italia, 42 in Emilia, zero in Romagna. Sì, zero: su 60 progetti presentati, comprendenti anche  veri e propri gioielli e patrimoni dell'Umanità. 'Perchè fondi enormi in Emilia e nulla in Romagna?'. 'Chiediamo spiegazioni, è tutto imbarazzante e squilibrato'. Musica e parole dei pastori di Romagna. Il cardinale Matteo Zuppi, capo Cei, arcivescovo di Bologna, proverà a fare il portavoce a Roma dei colleghi sulle barricate.  Vediamo cosa succederà,  fra l'altro Franceschini è emiliano, di Ferrara. Il derby fra Emilia e Romagna (senza trattino in questo caso) è appena iniziato.