Cesena, 11 gennaio 2024 – Ventimila nuovi ingressi nel mondo del lavoro nei primi tre mesi del 2024. Sono le previsioni occupazionali per il primo trimestre del 2024 nelle imprese nelle province di Forlì-Cesena e Rimini, che hanno programmato complessivamente 20.800 nuovi ingressi (entrate per assunzioni a tempo indeterminato e determinato e per attivazione di forme di lavoro flessibile) di cui 7.160 nel solo mese di gennaio.
Permane però la difficoltà, segnalata dagli imprenditori, nel trovare le figure professionali ricercate. I dati emergono da Excelsior Informa, il bollettino mensile con orizzonte trimestrale sui fabbisogni occupazionali delle imprese industriali e dei servizi, realizzato da Unioncamere, Anpal e dalle Camere di commercio italiane.
![Un lavoratore in fabbrica (foto d'archivio)](https://www.ilrestodelcarlino.it/image-service/version/c:NTZlNGVkOTktZTNlZS00:ZDk2ZDYx/un-lavoratore-in-fabbrica-foto-d-archivio.webp?f=16%3A9&q=1&w=1560)
Su base nazionale, gli ingressi previsti nel mese di gennaio sono 508.000 (ben 156 mila in più rispetto a dicembre 2023), di cui il 9,4% (+2,1% sul mese precedente) pari a 47.900 in Emilia-Romagna.
Preponderante l’impiego dei contratti a tempo determinato, 75% per Rimini (in calo) e 73% per Forlì-Cesena (in crescita).
Le assunzioni previste si concentrano nel settore servizi nelle due province (61% a Forlì-Cesena e 68% a Rimini e provincia) che comprende commercio, alloggio e ristorazione, servizi alle imprese e alle persone.
Nel mese di dicembre, una quota pari al 31% e 26% delle assunzioni previste ha riguarda to giovani con meno di 30 anni, mentre il 20% delle imprese ha assunto personale immigrato.
Nel 66 e 70% delle entrate viene richiesta esperienza professionale specifica o nello stesso settore, ma in oltre 50 casi su 100 le imprese prevedono di avere difficoltà a trovare i profili desiderati.
"Sempre più imprese segnalano difficoltà nel trovare le figure ricercate – dice Roberto Albonetti, segretario generale della Camera di Commercio della Romagna –. Nel nostro territorio, negli ultimi cinque anni, la percentuale è aumentata dal 30% di gennaio 2019 a oltre il 50% attuale. Per i settori in cui sono coinvolte figure tecnico-ingegneristiche oppure operai specializzati la percentuale di posti che restano scoperti è addirittura compresa tra 60% e il 70%. In generale,la carenza è più marcata quando sono coinvolte professioni tecniche o quando riguardano figure di operai, artigiani e tecnici anche in settori ad alto tasso di specializzazione e remunerazioni".
“Il lavoro è una componente fondamentale nella vita – prosegue Albonetti – e rappresenta una componente strategica del fare impresa, eppure la relazione fra organizzazioni e lavoratori non è più stabile. La difficoltà nella ricerca di giovani lavoratori è un ostacolo allo sviluppo della nostra economia e all’acquisizione in azienda di competenze abilitanti alla transizione verso modelli di business innovativi e responsabili. L’attenzione è da tempo focalizzata sulla carenza di offerta formativa o di competenze, ma dobbiamo chiederci se queste difficoltà possano essere legate al mancato interesse, da parte delle nuove generazioni, ad accettare un modello di lavoro calato sulle generazioni più adulte".