SERGIO GIOLI
Editoriale
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Allarme sicurezza (anche a sinistra)

Alla vigilia del voto regionale, in Emilia-Romagna è suonato un campanello d'allarme: di colpo la questione sicurezza è tornata sotto i riflettori. Il problema è stato a lungo ignorato soprattutto a sinistra, perché ritenuto roba da destra forcaiola. Da almeno un anno a questa parte, però, le cose sono cambiate: l'insicurezza spaventa i sindaci di tutti i colori politici, che ora invocano più polizia, più carabinieri, più controlli e addirittura l'intervento dell'esercito. Gli ultimi, drammatici, episodi di cronaca non fanno che confermare che non si tratta di sensazioni (la cosiddetta 'insicurezza percepita') ma di un problema molto concreto. Nella classifica della criminalità stilata dal Sole 24 ore, Rimini è quarta e Bologna sesta. Sotto le Due Torri spaventano soprattutto le violenze sessuali (secondo posto in Italia) e le rapine sulla pubblica via (+ 44% in un anno). Il sondaggio Nomisma pubblicato la scorsa settimana da questo giornale mette la criminalità al terzo posto nella classifica delle emergenze secondo gli elettori. Al sesto c'è la presenza degli extracomunitari. Il rischio da scongiurare è che si crei un odioso parallelismo stranieri/criminali, ma la cosa peggiore da fare è chiudere gli occhi come è accaduto per troppo tempo, lasciando, così, che le cose precipitassero. Servono immaginazione e volontà. Altri paesi europei (Francia, Germania, Gran Bretagna) si sono trovati ben prima di noi a percorrere questo cammino. Abbiamo guardato le loro periferie violente e le loro rivolte, abbiamo visto le loro seconde generazioni spinte ai margini e interi quartieri diventare via via terra di nessuno. Sembravano scene marziane. E invece cosa sta succedendo? Che a Modena, a Reggio Emilia e a Bologna ci sono zone off-limits dove gang rivali si scannano per il controllo della prostituzione e dello spaccio. Francesco Bei, su Repubblica, ha colto la sintonia di idee sulla domanda di sicurezza e sulla protezione dei confini tra la premier italiana di destra e il primo ministro britannico Starmer (laburista), il cancelliere tedesco Scholz (socialdemocratico) e il premier spagnolo Sanchez (socialista). ''Prima o poi - conclude Bei - anche a sinistra bisognerà discuterne''. L'altro giorno è passato quasi sotto silenzio l'allarme lanciato dal prefetto di Bologna Attilio Visconti dopo la morte del sedicenne Fallou Sall: ''Bisogna arginare l'abitudine sempre più diffusa tra i ragazzi di girare con il coltello in tasca, anche a scuola''. E ancora: ''C'è un tema di violenza giovanile, dobbiamo agire perché questo desiderio di violenza venga cancellato e sopito''. Qui si parla di rabbia. Soprattutto la rabbia delle seconde generazioni, degli ultimi, dei cittadini di serie B o C. E allora? I controlli sono necessari ma non sufficienti. Frontiere, accoglienza, lavoro, casa, scuola, cittadinanza: è un'intera strategia da ripensare.