"Il taglio dei Circoli Pd è dovuto all'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, così la politica è in mano ai ricconi come Trump e Musk", Virginio Merola, ex sindaco di Bologna, dixit. Cosa centrino i due americani coi Circoli della Bolognina o della Cirenaica lo sa solo lui. Più onesto sarebbe riconoscere che sono il calo degli iscritti e delle tessere ad avere depauperato le casse del partito. Chissà perché...
Tiziano Dalla Riva
Risponde Beppe Boni
Rabbia e speranza sono i due sentimenti che agitano il popolo Pd dopo l'annuncio che 33 sedi di partito a Bologna devono essere chiuse. Se ne salvano 62 su 95. In una recente assemblea delle sezioni molti iscritti hanno annunciato di voler romanticamente resistere. "Non ci muoveremo da qui finché non ci cacciano....".
Comprensibile l'amarezza, ma oggi la galassia dei circoli non ha più sostenibilità economica. Non ci sono soldi, o ce ne sono molti meno, quindi l'alternativa è risparmiare e tagliare. La crisi degli iscritti, la sempre più fiacca partecipazione alla vita del circolo, il cambiamento della politica che oggi dialoga in gran parte sui social network, la disaffezione dei giovani verso i partiti, hanno messo in difficoltà una dinamica che l'ex Pci ha compreso in ritardo.
Per capire meglio bisogna fare un salto indietro di quasi 20 anni, quando nacque il Pd dalla fusione Ds-Margherita. I Ds cedettero il patrimonio immobiliare a Fondazioni create ad hoc. A Bologna nacque Fondazione Duemila, alla quale venne affidato gratuitamente l’intero patrimonio: centinaia di fabbricati e terreni appartenuti prima al Pci e poi alla Quercia. I circoli hanno concordato un affitto calmierato (molto) alla Fondazione con sempre maggiore difficoltà e tempi lunghi nei pagamenti. Il meccanismo ad un certo punto è collassato: il Pd deve saldare alla Fondazione 4 milioni. Ecco perché il banco è saltato.