Si discute molto, negli ultimi tempi, sull’appeal della Nba. Si dice che il tiro da tre abbia trasformato le partite in gare, peggio, esercizi di tiro. E questo, ovviamente, non piace al pubblico. Se il problema della Nba è il tiro da tre, in Europa, meglio, in Eurolega, c’è un altro intoppo. Il ricorso all’instant replay. E alla visione, fino allo sfinimento (del pubblico), delle azioni da parte della terna arbitrale. E’ quello che è accaduto, una volta di più, alla Segafredo Arena dove almeno la Virtus ha potuto festeggiare il quinto successo in Europa. Vittoria importante perché ottenuta contro un’Asvel che stava girando a mille. Successo che vale doppio per come matura (83-69 il finale), perché la Virtus sta sempre davanti, con personalità. Giocando bene in difesa, trovando un bel Polonara e un Tucker finalmente utile. Tante cose buone da impacchettare per guardare al futuro con maggiore ottimismo. Cercando magari anche di recuperare chi in questo momento è fuori, come Hackett e Shengelia. In attesa dei botti di Capodanno, quelli della Segafredo Arena fanno sorridere, ma non troppo è chiaro, anche un duro come Dusko Ivanovic.
EditorialeLa Virtus sorride, ma le gare durano troppo