Vorrei chiedere al sindaco e al comandante della Polizia municipale se credono, con 10 blocchi di New Jersey in pvc e un piccolo cartello di divieto, di aver risolto il problema delle bici e soprattutto dei monopattini sotto i portici della città. Penso che i vigili con libretto dei verbali siano più utili a dissuadere i ciclisti indisciplinati/maleducati. Non parlo poi della "piccolezza" dei forti rumori, del tremolio dei palazzi, della polvere e dello smog sotto i portici causato dai mezzi di cantiere.
Davide Rocchetta
Risponde Beppe Boni
L'inciviltà di chi scambia i portici di Bologna, patrimonio Unesco ma soprattutto della collettività, per una pista ciclabile sarebbe da massimo della pena. Ma il massimo della pena previsto ad oggi è una contravvenzione, per cui molti fuorilegge dei monopattini elettrici (i peggiori) e delle biciclette, se ne infischiano. Anche perché i controlli effettivamente sono scarsi e andrebbero incentivati. I blocchi sono un deterrente, certo non risolutivo, ma che almeno mette in guardia chi non ha il cervello e la conoscenza delle regole. Forse, ma non credo sia previsto, il sequestro della bici o del monopattino a chi sfreccia sotto le arcate di Bologna potrebbe essere un passo avanti, se non una soluzione, per il problemone. Colpirne qualcuno potrebbe servire ad educarne cento. Il pericolo più forte sono i monopattini (anche per il conducente) più difficili da scorgere e meno manovrabili di una bici. Chi cammina a piedi sotto i portici inconsapevole è un bersaglio perfetto. Già un paio di anni fa l'Onlit, Osservatorio nazionale liberalizzazione e trasporti, segnalava che il monopattino elettrico sia il più pericoloso tra tutti i mezzi, persino della bicicletta. I dati diffusi dall'Osservatorio sostengono che su 273 incidenti che vedevano coinvolto un monopattino elettrico, nella maggior parte dei casi (92%) il conducente rimane ferito.
beppe.boni@ilrestodelcarlino.it