GILBERTO DONDI
Editoriale
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Sicurezza, la percezione e la risposta

“Io ho paura a camminare per strada di sera e di pomeriggio mi chiudo in negozio. Perché vedo tanta gente fuori di sé, drogata o ubriaca”, dice Marzia. “Bologna è tra le città più insicure d’Italia, dicono alcuni numeri. In realtà, il dato più preoccupante riguarda quei piccoli gruppi criminali formati perlopiù da ragazzini, i quali ormai fanno più paura dei ladri adulti”, afferma Massimiliano.

Solo solo due delle testimonianze raccolte fra residenti e commercianti dal Carlino che domenica ha dato il via a un’iniziativa per dar voce ai cittadini. Quello della sicurezza, anzi dell’insicurezza, è uno dei temi centrali degli ultimi anni sotto le Due Torri. Non a caso Bologna, che nella classifica sulla qualità della vita del Sole24Ore si colloca sempre nelle prime posizioni, nel capitolo sicurezza è in fondo alla graduatoria.

Il problema principale, dicono tanti cittadini, è la microcriminalità, cioè i reati di strada: furti, rapine, piccolo spaccio. In particolare, quello che allarma è l’aumento dei reati commessi dai giovanissimi. Le baby gang sono insomma uno dei problemi da risolvere con più urgenza. Anche perché, appunto, generano la percezione di insicurezza che fa sembrare la situazione in città (e nell’hinterland) peggiore di quella che è.

Percezione o meno, però, ai cittadini e alle loro legittime richieste bisogna dare una risposta chiara e forte. Le forze dell’ordine si stanno impegnando molto: i controlli potenziati nelle zone rosse, i daspo urbani, i blitz nei centri commerciali (l’ultimo ieri) vanno nella direzione giusta. Anche le istituzioni e le categorie (basti vedere la meritoria campagna di Ascom) si stanno dando da fare. Però bisogna fare uno sforzo in più. Tutti insieme. Una risposta corale che dia più tranquillità ai cittadini (troppo spesso) impauriti.